QUATTORDICESIMA GIORNATA MONDIALE DELLA CONSAPEVOLEZZA SULL’AUTISMO – COMUNICATO 02.04.21

QUATTORDICESIMA GIORNATA MONDIALE DELLA CONSAPEVOLEZZA SULL’AUTISMO – COMUNICATO 02.04.21

Quest’anno l’ONU dedica la giornata al tema dell’inclusione sul lavoro perché, come afferma António Guterres, Segretario Generale Nazioni Unite, “Le persone con autismo hanno diritto all’autodeterminazione, indipendenza e autonomia, così come il diritto all’istruzione e al lavoro su base di parità con gli altri”.

Contrariamente a quanto ritenuto fino a pochi anni fa, oggi è pacifico che l’autismo non sia una malattia, ma una condizione a cui bisogna sapersi approcciare con sensibilità e attenzione.
Ha tante forme di espressione. Quindi è più corretto parlare di autismi al plurale. Bisogni diversi, risposte diverse.

La presenza di un componente familiare autistico impone una speciale organizzazione di vita, perché dar sostegno a una persona autistica impone impegno, energia e sensibilità. Non è raro che la difficoltà comprometta la stabilità dei legami affettivi familiari.

La società spesso è impreparata ad accogliere il valore di alcune diversità. E mancano adeguati supporti economico per le famiglie coinvolte e normative a favore dei caregiver.
A volte si è dimessi dai servizi, i rapporti con le strutture sanitarie diventano sporadici e sono comunque eccessivamente burocratizzati. Il versante clinico-terapeutico si perde in una sorta di assistenza fantasma.

Oggi Meritocrazia Italia vuole essere particolarmente vicina ai cittadini autistici (e alle loro famiglie), ricordando che gli stessi vanno accompagnati sul percorso delle pari opportunità per una partecipazione viva e attiva alla società tutta, con un lavoro che soddisfi le loro aspirazioni, rendendoli così economicamente indipendenti e con la garanzia di poter usufruire di tutti i diritti connaturati alla persona in quanto tale: occorre passare dall’idea del “soggetto in cura” alla logica dell’essere umano in crescita di valore che plasmi persone con diritti e doveri.

“La vita è come un puzzle e dovremmo smetterla di cercare di adattare le persone in caselle. L’autismo è parte di questo mondo, non è un mondo a parte».



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