Riforma medici gettonisti: non si perdano di vista le storiche criticità del sistema sanitario

Riforma medici gettonisti: non si perdano di vista le storiche criticità del sistema sanitario

È in discussione alla Camera la legge di conversione del d.l. n. 34 del 2023 su «Misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali».
Alla salute sono dedicati gli artt. da 8 a 16.
In particolare, il decreto tende ad arginare il fenomeno dei c.dd. gettonisti, ossia dei medici che, in regime di libera professione, spesso organizzati in cooperative, sanano carenze del servizio sanitario coprendo turni rimasti scoperti, e consentendo così, a interi reparti, di evitare la chiusura e continuare a operare senza interruzioni. Si risponde spesso in questo modo alle croniche carenze in ruoli chiave quali pronto soccorso, emergenza, ginecologia, ostetricia, pediatria, radiologia e molte altre branche della medicina.

La necessità spinge spesso a rivolgersi ai gettonisti, con garanzia di condizioni economiche significativamente migliori rispetto a quelle previste dal contratto collettivo applicato ai medici dipendenti o ai medici convenzionati.
Alla fine, è un fatto che molti preferiscono dedicarsi a tale attività piuttosto che rispondere ai bandi per l’accesso a tempo indeterminato al SSN.
Da qui le nuove misure, che meriterebbero, però, un ripensamento. S’impone una valutazione di sistema che abbia conto anche della conclamata inadeguatezza delle remunerazioni riconosciute ai medici dipendenti e convenzionati con il SSN rispetto ad analoghe prestazioni fornite dai colleghi medici in altri Paesi europei. Per altro verso, la scelta di ‘mettere al bando’ i gettonisti ponendo i Direttori Generali delle ASL nella impossibilità di rinnovare i contratti a tali figure professionali potrebbe costituire un boomerang disastroso in un momento storico di oggettiva carenza di personale sanitario.

Meritocrazia Italia reputa essenziale:
– garantire maggiori incentivi economici non solo ai medici che operano nei pronto soccorso ma anche a tutti gli altri sanitari dipendenti e convenzionati a partire da quelli che operano nei reparti i cui bandi hanno maggiore difficoltà a reperire candidati;
– consentire ai Direttori generali di ricorrere ai gettonisti ogni qualvolta la mancanza di personale possa mettere a repentaglio la sopravvivenza di strutture o reparti e tutte le volte in cui la carenza di personale costringa i lavoratori presenti a turni eccessivi, fonte di burn out dei sanitari e di errori professionali inevitabili che compromettono la salute dei cittadini e generano danno erariale;
– aumentare fino ad almeno 36 mesi il periodo in cui i Direttori Generali possano fare ricorso ai gettonisti (il termine di 12 mesi indicato dal decreto appare insufficiente e avrebbe l’unico effetto di costringere i Direttori Generali a chiudere strutture e reparti incentivando oltre ogni misura la Sanità privata mettendo a rischio il SSN);
– consentire ai dipendenti del SSN che si siano dimessi per assumere il ruolo di gettonisti di rispondere alle numerose carenze del SSN (con tale scelta i gettonisti hanno ottimizzato le proprie professionalità prestando attività lavorativa nei contesti di maggiore criticità, ove era a rischio la sopravvivenza delle strutture nosocomiali, ed in un periodo di scarsa offerta di medici non avrebbe senso consegnare professionisti alla sanità privata o incentivarne l’esodo all’estero);
– consentire ai medici che abbiano compiuto 70 anni di prestare la propria attività come gettonisti fino a 72 anni;
– conferire ai medici operanti sul territorio il diritto soggettivo di restare in attività fino a 72 anni senza subordinarlo alla condizione della mancanza di “medico disponibile” dato che il medico eventualmente “disponibile” ben potrebbe essere utilizzato per sopperire ad altre carenze assistenziali del SSN;
– consentire ai medici che abbiano compiuto 70 anni di sostituire i colleghi in ferie o in malattia, garantendo così condizioni di vita più dignitose al nostro personale sanitario;
– introdurre oggettivi parametri di valutazione della necessità rappresentata dai Direttori Generali delle ASL di ricorrere allo strumento dei medici gettonisti, valutando caso per caso ma senza imporre termini inderogabili ed improrogabili.

Stop war.



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