SERVE UN PIANO DI SVILUPPO LOCALE

SERVE UN PIANO DI SVILUPPO LOCALE

La missione 5 del PNRR, ‘Inclusione e Coesione’, nelle sue 3 componenti: ‘Politiche per il Lavoro’; ‘Infrastrutture sociali, Famiglie, Comunità e Terzo Settore’; e ‘Interventi speciali di coesione territoriale’, traccia nuove linee di interventi da seguire, integrando quelle esistenti a livello Regionale con una visione internazionale più attenta ai giovani, al potenziamento delle infrastrutture e al rilancio delle aree interne con il Piano Sud 2030.
Ma non basta.
È essenziale coordinare e bilanciare il tutto con un Piano di sviluppo locale. Urge rafforzare e concretizzare la coesione sociale, quale strumento volto a contrastare l’emarginazione di persone e territori.
Le Azioni proposte, in linea con l’Agenda 2030, riguardano principalmente i Giovani la Scuola la Salute il Turismo e il Lavoro, toccando i temi dello sviluppo, dell’ambiente, della lotta alle discriminazioni e alle povertà.
Nel solo 2019, circa quattromila giovani laureati lucani hanno abbandonato la Regione. Il dato deve far riflettere e indurre a trovare una soluzione.
Inutile sottolineare quanto abbia potuto influire negativamente la recente crisi pandemica, ma è altrettanto vero che il fenomeno era già ampiamente in atto e che il dissesto economico già metteva a dura prova la realtà lucana.
I giovani ne risentono più di tutti. Mancanza di investimenti sulla formazione, difficoltà nell’accesso al mondo del lavoro, perdita di posti di lavoro e di reddito, e qualità lavorativa in fase di progressivo peggioramento.
Attraverso azioni mirate si prova a ripartire, dopo mesi di enorme sofferenza.
Non basta arginare i problemi della contingenza. È il momento di interventi di durata, specie in ambito occupazionale.
Di recente, ha avuto corso la Conferenza Stato-Regioni che ha dato il via libera al programma Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (Gol): complessivamente 880 milioni di euro, ripartiti in base a cinque parametri: occupati, disoccupati, persone in cassa integrazione, con reddito di cittadinanza o in Naspi. Alla Basilicata, in base a questi parametri, spetterebbero 9 milioni e 592mila euro. Una boccata di ossigeno, ma sicuramente ancora esigua come azione per rimettere in moto la macchina economica sociale.
La Giunta regionale della Basilicata ha dato il via libera alle procedure per il conferimento di tre incarichi inerenti la Struttura di missione del PNRR. Quest’ultima, istituita su proposta del Presidente della Regione Basilicata, è dedicata ad agevolare la messa in opera in terra lucana dei «traguardi e obiettivi fissati dal PNRR».
Eserciterà poteri di indirizzo e coordinamento generale sull’attuazione degli interventi e programmi, e assicurerà la cooperazione con le entità economiche e sociali e territoriali. L’organismo lavorerà sotto la Direzione del dirigente amministrativo assegnato all’Ufficio di Gabinetto del Presidente della Giunta.
L’auspicio è che, con l’attuazione del PNRR, si possa davvero ridare slancio all’economia e al tessuto sociale lucano, attraverso politiche attive del lavoro che siano volano di crescita per l’imprenditoria (specie giovanile e femminile) e per rilanciare il settore sociale che ha come protagonisti i soggetti fragili e le famiglie.



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