“SIAMO ESPERTE TUTTO L’ANNO”

“SIAMO ESPERTE TUTTO L’ANNO”

Iniziative virtuose

Manel’ è un neologismo d’uso sempre più frequente con il quale si indica un panel di esperti composto esclusivamente da uomini. Una forma molto particolare di discriminazione di genere, soprattutto in ambito accademico. Un fenomeno difficile da combattere.

La giustificazione alla base del manel è, infatti, sempre basata su argomentazioni apparentemente logiche, meritocratiche e ineccepibili: qualità dei relatori, titoli e assenza, in quello specifico campo, di relatrici adeguatamente preparate.
Si tratta quasi sempre di giustificazioni volte a nascondere palesi discriminazioni che, in ambito accademico e scientifico, portano a mettere maggiormente in evidenza gli uomini rispetto alle donne.

Tale situazione è insostenibile in Umbria, una Regione la cui storia, anche recente, è ricca di validissimi esempi di donne che hanno saputo farsi strada nei più svariati campi, dimostrando di possedere capacità e competenze pari, quando non superiori, alle loro controparti maschili.

A questo proposito non si può non far menzione di Luisa Sargentini, meglio nota come Luisa Spagnoli, nata a Perugia il 30 ottobre 1877, che nel 1901, insieme al marito, rilevò un negozio di drogheria in via Alessi, di produzione di confetture. Fu il nucleo originario della Società Perugina per la fabbricazione dei confetti, che più tardi avrebbe assunto il nome Perugina.
In pochi anni l’azienda crebbe fino a ritagliarsi un’importante quota del mercato nazionale nel settore dell’industria dolciaria, fino a diventare, nel 192,3 una SpA. Luisa Spagnoli occupava un posto nel nuovo Consiglio d’amministrazione con la qualifica di direttrice dei reparti lavorazioni e confezioni di lusso (in un’epoca nella quale le donne non avevano ancora il diritto al voto!).
Sempre alla fine degli anni Venti, Luisa Spagnoli dimostrò di nuovo notevole capacità imprenditoriale iniziando ad allevare conigli d’Angora, specie allora poco nota in Italia, selezionando gli esemplari adatti alla produzione di lana con cui confezionare capi di prestigio e scegliendo, come metodo di raccolta, la pettinatura dei conigli in luogo della tosatura. Particolarmente rilevante, per il successo dell’azienda, la scelta di valorizzazione l’abilità delle donne umbre nell’uso del filarello, nome locale dell’arcolaio, antico strumento della tradizione ed utilizzato sin dai primi esperimenti condotti nella villa di Santa Lucia.
Luisa Spagnoli si distinse anche per la sollecitudine verso il benessere dei propri dipendenti, in particolare le donne: basti pensare che, nel 1927, allestì un asilo nido all’interno dello stabilimento di Fontivegge, in modo da consentire alle operaie che avevano bimbi piccoli di poter allattare i propri figli, pur continuando a lavorare. Costituì anche spacci aziendali per permettere ai propri lavoranti di fare la spesa dopo il lavoro, fece costruire delle villette a schiera in cui abitare e organizzò la distribuzione di indumenti caldi per l’inverno.

Allo stesso modo, si ricordano altre importanti figure di donne umbre, come, ad esempio, Maria Grazia Marchetti Lungarotti, Direttore della Fondazione Lungarotti Onlus – MUVIT Museo del Vino e MOO Museo dell’Olivo e dell’Olio, la scrittrice Clara Sereni, vicesindaco di Perugia dal 1995 al 1997 e promotrice e Presidente della Fondazione Città del sole – Onlus che si impegna a favore dei disabili psichici e mentali gravi e medio-gravi, oppure le scrittrici e patriote Maria Alessandrina Bonaparte e Marianna Bacinetti, donne di grandissima cultura che aprirono le proprie case a patrioti, scrittori e studiosi.

Un altro splendido esempio di Donna umbra è Colomba Antonietti, eroina e patriota: per combattere al fianco del marito per la difesa della Repubblica Romana, si tagliò i capelli e si vestì da uomo, indossando l’uniforme da bersagliere. In questo modo partecipò alla Battaglia di Velletri e di Palestrina, contro le truppe borboniche, dimostrando intelligenza, coraggio e valore, tanto da meritarsi l’elogio di Giuseppe Garibaldi. Tornata a Roma, si impegnò nel soccorso dei feriti, pur continuando a combattere finché, nell’assedio di Porta San Pancrazio, morì sotto il fuoco dell’artiglieria francese. Si narra che morì mormorando: “Viva l’Italia”.

S’impara che le Donne, se lasciate libere di esprimere le proprie capacità e mostrare le proprie competenze sono in grado di raggiungere i massimi risultati. Purtroppo, ancora troppo spesso la possibilità di tagliare il  traguardo è negato loro da una società che tende a relegarle in ruoli di secondo piano, non permettendo di mostrare capacità e talenti.

Proprio per questa ragione, parte dall’Umbria la proposta “Siamo esperte tutto l’anno”, su iniziativa di Libertas Margot ASD, associazione impegnata in diversi ambiti, tra i quali anche la lotta alla violenza di genere. Con questa iniziativa si intende realizzare un database contenete i curriculum di donne esperte in un determinato settore affinché da esso si possa attingere per garantire un pieno rispetto del merito e delle competenze nell’elaborazione e nella predisposizione di panel per convegni ed eventi.
Un capitale umano di esperienze e di competenze, messo a disposizione in modo gratuito e al quale si potrà attingere per avere, in occasione di attività convegnistiche e iniziative sociali e culturali, un punto di riferimento che alla competenza unisce la sensibilità femminile, garantendo alle donne quella visibilità negata da un sistema che tende a oscurarne meriti e risultati.
Questo database sarà messo a disposizione di tutti anche attraverso l’inserimento nei siti web dei soggetti istituzionali che aderiranno all’iniziativa, tra cui il Comune di Marsciano, che lo porterà anche all’attenzione delle associazioni del territorio.

Meritocrazia Italia Umbria si impegna affinché questa iniziativa possa essere replicata in ogni altra Regione, fino ad arrivare ad avere un vero e proprio database nazionale di esperte, in un’azione tangibile volta a riconoscere e garantire il giusto valore al merito femminile e a favorire in tutti gli ambiti della vita sociale, familiare e lavorativa, un clima di collaborazione basato sul rispetto e sull’ascolto reciproco.

Accanto a questo strumento, si auspica la diffusione di ulteriori sostegni a un’effettiva parità di genere. Fondamentale una maggior diffusione degli asili nido aziendali e, in questo momento di crisi, maggiori incentivi per i padri che facciano ricorso ai congedi per paternità: non è infatti possibile che, come evidenziato dal Presidente Mattarella, vi siano “440 mila lavoratrici in meno rispetto a dicembre 2020. Mentre sono a rischio un milione 300 mila posti di lavoro di donne che lavorano in settori particolarmente colpiti dalla crisi”.
Questa situazione è dovuta al fatto che, quando uno dei due genitori è costretto a restate a casa o prendere permessi perché le scuole sono chiuse, la scelta ricade quasi sempre sulla madre. Per combattere un costume legato ad anacronistici stereotipi occorre rendere più vantaggioso per i padri il ricorso ai congedi di paternità, per innescare quel cambiamento che solo potrà portare verso una completa uguaglianza sostanziale nel mondo del lavoro.



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