VANTAGGIO COMPETITIVO DELLE IMPRESE

VANTAGGIO COMPETITIVO DELLE IMPRESE

La strategia è nella ‘vitalità’

I processi di globalizzazione dell’economia, l’apertura internazionale dei mercati e l’avvento di nuove tecnologie di processo e di prodotto hanno fatto sì che, oggi, un’efficiente ed efficace gestione e una maggiore consapevolezza ed adattamento al contesto in continuo mutamento rappresentino lo spartiacque tra le PMI di successo e quelle, invece, destinate a lasciare il mercato.

Il vantaggio competitivo, inteso come capacità dell’azienda di occupare una posizione favorevole nel mercato nel quale opera, non è un fattore stabile nel tempo. Una volta raggiunto, non rimane per sempre.
Ogni posizione di temporanea superiorità subisce la minaccia dei cambiamenti del mercato, che ne possono modificare le ragioni di successo, e dell’azione dei concorrenti.

Nel corso degli anni, il progressivo affermarsi della dimensione globale del mercato ha imposto alle PMI l’adozione di una visione anch’essa, necessariamente, di tipo globale. Si è sviluppata l’idea che una strategia di internazionalizzazione possa rivelarsi vincente nella competizione nel contesto attuale. Tale strategia, infatti permette di acquisire nuove risorse, sviluppare il proprio patrimonio di conoscenze e rafforzare la propria reputazione.
Si sono così sviluppate le c.dd. collaborazioni di make together, che includono joint venture, partnership commerciali e reti d’impresa, e hanno lo scopo di mettere in condivisione conoscenze e competenze sinergiche e abbattere i costi di transazione legati all’entrata in un nuovo mercato.

Nel panorama così delineato, le piccole e medie imprese, soprattutto a carattere familiare, presentano specifici punti di forza e di debolezza e molti dei problemi tradizionali ai quali devono far fronte, come la mancanza di finanziamenti, la difficoltà di sfruttamento della tecnologia, le capacità manageriali talora limitate, la ridotta produttività, i vincoli normativi e i passaggi generazionali, si aggravano in un sistema globalizzato e in un ambiente dominato dalla tecnologia.
È quindi indispensabile migliorare la capacità di raccogliere informazioni, potenziare il supporto tecnologico ma, soprattutto, accrescere le competenze manageriali. Fondamentale anche una maggiore apertura all’esterno dei processi decisionali.

La vitalità dell’attività imprenditoriale è fondamentale per lo sviluppo delle piccole imprese.

Gli imprenditori di successo sono coloro che sanno cogliere le opportunità, determinano le dinamiche economiche dalla nascita, allo sviluppo, fino alla crisi e al declino dell’impresa, e se ne assumono i rischi.
In ogni Paese, i fattori sociali, culturali e politici influiscono non solo sulla disponibilità di opportunità imprenditoriali, ma anche sulla capacità di assumersi tali rischi e sulla mobilità delle risorse. Tra i fattori che frenano l’imprenditorialità si possono includere il grado d’istruzione e la formazione, nonché le norme e gli ostacoli istituzionali che scoraggiano la creazione di nuove imprese, ma anche l’espansione delle attività già esistenti.

La modifica degli equilibri del mercato mondiale, le nuove tecnologie e l’importanza delle strutture di rete richiedono, inoltre, competenze che soprattutto i giovani imprenditori hanno la possibilità di acquisire.
Giovani e meno giovani, comunque, hanno la necessità di trovare un equilibrio tra la stabilità della tradizione aziendale e i nuovi modi di fare impresa, che possono garantire oggi il buon esito delle iniziative.
Anche la consapevolezza riguardo la criticità del passaggio generazionale e una sua corretta pianificazione sembrano favorire le opportunità di competere su un mercato di scala globale.
Tenuto conto che il boom imprenditoriale risale, in Italia, agli anni ’60-’70, oggi è di grande attualità e urgenza il tema del passaggio generazionale nelle imprese.
In modo particolare, sono coinvolte, in tale processo, le PMI nelle quali il transito della conduzione di impresa avviene all’interno dei soggetti di uno stesso nucleo familiare.

Il giovane, futuro imprenditore, per la buona riuscita della sua intrapresa, ha innanzitutto bisogno di scoprire la propria personale attitudine e le proprie potenzialità. Questo è condizione indispensabile per poter individuare il proprio modo di massimizzare le capacità e vivere al meglio il proprio ruolo, che sarà determinante per l’utile prosecuzione dell’azienda.
La trasformazione della governance nel passaggio generazionale dovrebbe sempre essere interpretata e gestita come un’occasione di arricchimento del gruppo imprenditoriale.



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