Accordi Asmel – Capital Lex

Accordi Asmel – Capital Lex

Luci e soprattutto ombre

L’accordo tra Asmel (Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali) e Capital Lex desta non poche perplessità.

LexCapital è una start-up che opera nel settore del litigation funding, il sistema che permette letteralmente di acquistare le posizioni giuridiche attive e passive di un soggetto, mediante la difesa in giudizio dello stesso o comunque mettendo a disposizione risorse finanziarie ed expertise tecnico-legal.
Anche se in Italia risulta un sistema ancora sconosciuto, tale meccanismo è invece abbastanza diffuso all’estero.

Il nuovo accordo prevede che LexCapital agisca in giudizio rappresentando l’ente territoriale in maniera totalmente gratuita. In caso di vittoria, la maggior parte dei proventi andrebbe al Comune e solo la rimanente parte spetterebbe a LexCapital.

Tra le materie che potrebbero rientrare nell’accordo sono: prestiti obbligazionari, aperture di credito, contratti di finanziamento in essere o scaduti, riserve negli appalti pubblici di lavori con potenziale di richieste riconvenzionali, convenzioni urbanistiche stipulate con imprese private che non abbiano adempiuto alla propria parte di obbligazioni assunte, derivati finanziari e strumenti d’investimento ad alto rischio.
Insomma, un ampio spettro di situazioni che ogni giorno interessano gli enti locali.

Ciò che desta sospetto è che questa vera e propria “cessione gratuita dei diritti” avvenga in un particolare periodo storico in cui finalmente si è riconosciuta una soglia minima di compensi per l’avvocato. Si è previsto, difatti, che l’avvocato non possa assistere gratuitamente o accettare compensi al di sotto di una soglia minima.
Questa circostanza è sottolineata da più associazioni di settore, le quali affermano che, almeno prima facie, questo accordo appare come una manovra elusiva della recente legge sull’equo compenso. L’anomalia di base è nel fatto che la start up non pretenderebbe compensi professionali, ma si sosterrebbe su una minima percentuale dei proventi del contenzioso, tra l’altro non sempre garantiti: in sede di determinazione delle spese del giudizio la parte soccombente sarebbe tenuta a sostenere il peso economico dell’intero processo.
Non può trascurarsi che verosimilmente, stando alla statistica, di solito è proprio l’ente territoriale la parte soccombente.

In risposta Capital Lex dichiara di avvalersi solo di legali qualificati e di remunerarli sempre nel rispetto delle Tariffe Professionali; l’accordo rappresenterebbe un’opportunità, non un rischio, per la certezza del diritto e per rendere i Comuni sempre più efficienti.

Ancora non sono noti i tratti del nuovo accordo, ma il rischio è quello di una indebita interferenza con la legge sull’equo compenso, oltre all’apertura di un mercato della res litigiosa della Pubblica amministrazione, non del tutto in linea con l’obbligo di buon andamento dell’attività amministrativa.



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