APPALTI PUBBLICI E FENOMENI CORRUTTIVI

APPALTI PUBBLICI E FENOMENI CORRUTTIVI

Alcuni correttivi

La pubblica amministrazione italiana presenta delle imperfezioni che compromettono la tenuta dei principi di buon andamento e imparzialità.
Sono tanti gli operatori del comparto pubblico che danno quotidianamente prova di impegno e onestà, ma gli episodi di corruzione amministrativa restano molto diffusi, specie nel settore degli appalti pubblici.
Lo testimoniano le rassegne di giurisprudenza penale.
Imponente è l’impatto economico del fenomeno, che, secondo alcuni dati, in Italia ammonterebbe a oltre 60 miliardi di euro, pari al 3,8% del PIL, e determinerebbe un aumento del costo delle opere pubbliche del 40%.

Quali sono le cause di tale situazione?

Due i fattori maggiormente incisivi.

Il primo riguarda la farraginosità del sistema, in punto di organizzazione e funzionamento.
Da anni si promuove una politica di semplificazione del sistema amministrativo, purtroppo non sempre con soddisfazione di risultati. Lo scopo non è soltanto migliorare il rapporto tra cittadini e strutture pubbliche, ma anche tentare di eliminare opacità e complessità nei processi decisionali pubblici; più il linguaggio burocratico è oscuro, più l’azione amministrativa è articolata, più il cittadino è spinto ad avvalersi illegittimamente di ‘facilitatori’, di soggetti, cioè, in grado di permettergli di conseguire dalla pubblica amministrazione l’utilità sperata attraverso iter rapidi, alternativi e non rispettosi del piano di legalità.

Altro fattore è rappresentato dalla particolare modulazione di  ipotesi derogatorie rispetto alle discipline ordinarie in materia di contrattazione pubblica, spesso al fine dichiarato di recuperare maggiore efficienza e rapidità nella realizzazione di opere pubbliche di particolare rilevanza strategica per il Paese o tecnologicamente complesse ovvero anche per ragioni emergenziali.
L’esperienza nazionale dimostra, però, che, in molti casi, l’allontanamento dal canonico percorso di aggiudicazione di un appalto pubblico genera comportamenti che corrompono l’esercizio della funzione pubblica. Noti scandali interni hanno riguardato opere pubbliche la cui realizzazione era stata affidata a regimi giuridici derogatori rispetto a quanto previsto in generale dalla disciplina di derivazione comunitaria in materia di contratti pubblici.
Derogare al regime generale può permettere, a volte, di spostare la contrattazione delle pubbliche amministrazioni con gli operatori privati in un contesto di negoziazione con molte zone grigie e con la possibilità di seguire illecite scorciatoie, fatte di scambi di indebite utilità. A favore di fenomeni corruttivi.

Diversi sono stati gli interventi già posti in essere per arginare il fenomeno della corruzione nel settore degli appalti pubblici.
Basti pensare alla l. n. 190 del 2012, che ha migliorato le misure di prevenzione, e favorito la promozione di una cultura della legalità e dell’etica pubblica nelle amministrazioni centrali e locali; o, ancora, all’approvazione del Piano nazionale anticorruzione e dei relativi piani locali triennali anticorruzione; all’istituto dell’accesso civico introdotto con d.lg. n. 33 del 2013 al fine di garantire accesso e trasparenza all’azione amministrativa.

Ulteriori interventi potrebbero essere ancora messi in cantiere.

Utile potrebbe essere:
– sul piano della prevenzione, introdurre più penetranti regole di incompatibilità e di inconferibilità, per evitare l’affidamento di incarichi dirigenziali, o di responsabilità in enti pubblici o in controllo pubblico, a chi ha recentemente ricoperto incarichi di tipo politico locale;
– introdurre obblighi di pubblicità rafforzati in merito agli atti della procedura di gara, dalla pubblicazione del bando sino all’aggiudicazione ed anche in relazione alla fase esecutiva del rapporto;
– affidare il monitoraggio e la vigilanza su stato di esecuzione dell’appalto, stato di avanzamento dei lavori ed eventuali varianti in corso d’opera ad Autorità nazionale e non soltanto al RUP – Responsabile unico del procedimento – (che in genere è sempre una figura locale).



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