
Assistenza sanitaria persone senza dimora: le proposte di MI
Pubblicata la l. n. 176 del 2024, su «Disposizioni in materia di assistenza sanitaria per le persone senza dimora».
Sullo sfondo la garanzia del principio di uguaglianza e del diritto alla salute, per le vie dell’accesso alle cure sanitarie per tutti coloro che risiedono o dimorano nel territorio della Repubblica, senza discriminazione alcuna.
La nuova normativa istituisce un Fondo di un milione di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, destinato a finanziare un programma sperimentale nelle principali città metropolitane e favorire così una progressiva inclusione sanitaria delle persone senza dimora, consentendo loro l’iscrizione nelle liste degli assistiti delle aziende sanitarie locali (ASL); la scelta di un medico di Assistenza Primaria (medico di famiglia); l’accesso alle prestazioni sanitarie previste dai Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). La ripartizione delle risorse sarà effettuata in base alla popolazione residente nelle città metropolitane di ciascuna Regione.
Entro 90 giorni dall’entrata in vigore, un decreto ministeriale definirà i criteri di allocazione, previe intesa in Conferenza Stato-Regioni e consultazione delle principali associazioni di volontariato e assistenza sociale.
La legge prevede anche un monitoraggio annuale obbligatorio: a partire dal 2025, il Governo dovrà presentare al Parlamento, entro il 30 giugno di ogni anno, una relazione dettagliata sullo stato di attuazione delle misure. Tale relazione dovrà includere il numero di persone senza dimora iscritte nelle liste delle ASL; le prestazioni sanitarie erogate; le criticità incontrate nell’attuazione delle misure; i costi sostenuti per il programma.
Infine, si disciplinano le modalità di finanziamento del Fondo, assicurando che le risorse necessarie siano disponibili senza pesare eccessivamente sui bilanci delle amministrazioni locali.
Meritocrazia Italia accoglie con favore l’introduzione di questo progetto sperimentale e auspica che sia realmente raggiunto il pieno riconoscimento del diritto alla salute anche per le persone senza dimora, poiché la qualità della vita degli ultimi è il metro con cui si giudica la salute di una società. Non si può restare indifferenti a fronte del numero dei decessi dei “senza tetto”, che si verificano soprattutto in inverno.
Occorre procedere
– alla realizzazione di spazi pubblici gratuiti dove i senza dimora possano lavarsi e lavare i propri indumenti;
– alla creazione di percorsi che consentano alle persone senza fissa dimora di accedere a Strutture, Case di comunità, Distretti o altri presidi del SSN nelle città metropolitane, accessibili gratuitamente, per visite mediche, cure di base e supporto psicosociale;
– all’organizzazione di unità mobili sanitarie per prestare assistenza ai senza fissa dimora anche lontano dai grandi centri attraverso squadre multidisciplinari (medici, infermieri, assistenti sociali) che operano sul territorio per fornire assistenza diretta e supporto psicologico anche a tali persone;
– al potenziamento delle reti di distribuzione dei cibi non venduti nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e prossimi alla scadenza, al fine di ridurre lo spreco alimentare e garantire pasti adeguati ai più bisognosi;
– alla introduzione di programmi di formazione e impiego che prevedano corsi brevi per qualifiche professionali (es. addetti alla logistica, manutenzione) finalizzati all’inserimento o al reinserimento nel mercato del lavoro;
– alla collaborazione con enti del Terzo Settore al fine di incrementare progetti e opportunità di lavoro temporaneo o volontariato retribuito (es. nella gestione di mense sociali o distribuzione alimentare);
– al potenziamento di piani abitativi transitori che prevedano contributi statali o regionali per garantire accesso a micro-alloggi o macro-alloggi condivisi (attraverso la riqualificazione di immobili pubblici inutilizzati) che possano essere adibiti a residenze temporanee per persone in situazioni di emergenza;
– alla sottoscrizione di accordi e convenzioni con il settore privato, anche prevedendo sgravi fiscali, per favorire l’utilizzo di immobili privati liberi da destinare ad alloggi temporanei;
– alla promozione di campagne di informazione pubblica che diffondano la cultura della solidarietà e del rispetto verso le persone senza dimora, per ridurre la stigmatizzazione del fenomeno ed aumentarne la comprensione;
– alla sensibilizzazione della parte più giovane della popolazione attraverso attività educative nelle scuole orientate a promuovere l’inclusione sociale, la lotta alla povertà, l’empatia e la solidarietà verso persone meno fortunate o che hanno fatto scelte non convenzionali;
– alla creazione di un portale dedicato “piattaforma online” che faciliti la registrazione dei senza dimora ai servizi sanitari e sociali, integrando mappe di punti di assistenza sul territorio.
Stop war.