Bambini gifted o plusdotati

Bambini gifted o plusdotati

Per dare valore a un ‘dono’

La National Association for Gifted Children (NAGK – UK) definisce i bambini gifted o plusdotati come «[…] persone che mostrano o hanno il potenziale per mostrare un livello eccezionale di performance, se confrontati con i loro pari, in una o più delle seguenti aree: abilità intellettiva generale, specifica attitudine scolastica, pensiero creativo, leadership, arti visive e dello spettacolo».

In altre parole, sono bambini dotati di capacità cognitive e curiosità intellettuale molto sviluppate, con un quoziente intellettivo superiore alla media.
Letteralmente sono e hanno “un dono”.

Secondo l’approccio propriamente psicometrico, affinché si possa ritenere che un bambino o un ragazzo o anche un adulto abbia un profilo di plusdotazione è necessario che il suo Quoziente Intellettivo sia di 130 o superiore.
La misurazione del Q.I. non dovrebbe però essere l’unico parametro per determinare una plusdotazione.
Vi sono infatti espressioni emotive, relazionali, artistiche, sociali che vanno oltre la concezione tradizionale di intelligenza, che non sono valutabili attraverso test standardizzati, perché riguardano capacità difficilmente misurabili e che richiamano la teoria della sovreccitabilità di Dabrowski.
Il Q.I. è perciò soltanto un indicatore di plusdotazione, non l’unico.

Si possono delineare, in maniera esemplificativa ma non esaustiva, alcuni tratti comuni osservabili nei “gifted”:
processi di ragionamento superiori alla media;
– alte competenze linguistiche;
– sorprendente profondità e sensibilità emotiva sin da piccoli;
– forte curiosità;
– varietà di interessi, anche per argomenti particolari e di nicchia;
– spiccata capacità di immaginazione;
– facilità di apprendimento.
Questi tratti, delineati dalla National Association for Gifted Children, possono presentarsi insieme oppure in maniera isolata.

Da un punto di vista emotivo e relazionale, i gifted manifestano un’estrema sensibilità, hanno difficoltà a regolare le forti emozioni e talvolta mostrano disturbi del comportamento.

La letteratura suggerisce che la causa di queste problematiche sia ascrivibile a speciale un’asincronia tra lo sviluppo delle capacità intellettive, emotive e socio-relazionali.
Lo sviluppo asincrono consiste in una precocità delle competenze cognitive, superiori per l’età, non accompagnata da una pari maturità emotiva e relazionale. Si tratta di soggetti predisposti a vivere le situazioni in maniera più intensa a livello cognitivo, emotivo, sensoriale ed immaginativo [Daniels e Piechowski, 2008; Mendaglio, 2008].

Questi bambini e ragazzi hanno la piena consapevolezza di avere un funzionamento differente e di avere interessi che non sono in linea con quelli del gruppo dei pari, e per questo vivono spesso una sensazione di inadeguatezza e di solitudine che incide in maniera disfunzionale sul processo di adattamento all’interno del contesto in cui essi si collocano.

È facile intuire che le maggiori difficoltà si manifestano in ambito scolastico.
Il bambino/ragazzo plusdotato è estremamente curioso, è molto creativo, ha un’ottima memoria, è un attento osservatore, ha un senso critico spiccato, riesce ad ampliare per ramificazioni argomenti ed idee. In altri termini, esprime una capacità intellettiva non comune.
Questa è il suo dono, ma può anche rivelarsi anche una debolezza. Se non adeguatamente seguito e stimolato, infatti, lo studente plusdotato può ritrovarsi solo e scegliere di nascondere la sua intelligenza per sembrare uguale agli altri, come è possibile che si annoi rispetto a una didattica routinaria diventando insofferente. Può essere scarsamente tollerante rispetto ai tempi altrui, così come la sua curiosità può sfociare in comportamenti iperattivi ed oppositivi.
Per questo è importante che la scuola di ogni ordine e grado sappia riconoscerne la specificità dei bambini o ragazzi plusdotati.

Le statistiche internazionali evidenziano che la percentuale di studenti con alto potenziale cognitivo o plusdotati sono oltre il 5%. In buona sostanza in ogni classe delle scuole italiane vi potrebbe essere la presenza di un alunno con APC o plusdotato.
I rischi del mancato riconoscimento e della mancata a presa in carico dei bambini ad alto potenziale possono essere sottorendimento, drop out, perdita di autostima, isolamento sociale e diagnosi errate.

Ma qual è lo stato dell’arte rispetto alla disciplina normativa degli alunni con alto potenziale intellettivo e plusdotati?

Il riconoscimento degli studenti plusdotati si è avuto con il decreto dipartimentale n. 1603 del 15 novembre 2018, che ha istituito il tavolo tecnico con lo scopo prioritario di redigere le Linee Guida Nazionali per gli studenti plusdotati.
Da allora, in virtù dell’autonomia scolastica, molte scuole hanno promosso l’inclusione e la formazione degli alunni gifted adottando i piani didattico personalizzati (PDP), pur non definendo specificamente i detti alunni come alunni con bisogni educativi speciali.
Solo con la nota 562 del 3 aprile 2019, il Ministero ha esteso le misure della direttiva 27 dicembre 2012, previste per i BES, anche ai ragazzi ad alto potenziale cognitivo e plusdotati e ha rimesso ai singoli Consigli di Classe, in presenza di eventuali situazioni di criticità e di disagio, la decisione di adottare metodologie didattiche specifiche in un’ottica inclusiva, sia a livello individuale sia di classe.

La nota 562 del 2019 propone, tuttavia, una tutela incompleta e dunque non del tutto adeguata, in primo luogo per il suo carattere non vincolante, ma anche perché essa non definisce criteri condivisi e generali in merito alle procedure di riconoscimento dei gifted e, soprattutto, in merito alle azioni didattiche utili al supporto dei loro peculiari bisogni di apprendimento ed emotivo-relazionali.

Lo scorso 18 ottobre 2022 è stato presentato in Senato il Disegno di Legge n. 180 («Disposizioni per il riconoscimento degli alunni ad alto potenziale cognitivo, l’adozione di piani didattici personalizzati e la formazione del personale scolastico», assegnato alla 7ª Commissione permanente – Cultura e patrimonio culturale, istruzione pubblica, ricerca scientifica, spettacolo e sport).
A oggi non è ancora iniziato il suo esame, che invece sarebbe opportuno affrontare senza ulteriori indugi.

Siano poi presto adottate le determinazioni necessarie alla stesura delle Linee Guida Nazionali, con lo scopo di definire standard operativi, applicabili su tutto il territorio nazionale, relativi alle attività e alle pratiche di supporto/assistenziali per l’individuazione e la presa in carico dei bambini/ragazzi ad alto potenziale cognitivo nell’ambito del sistema scolastico.



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