COMUNICATORI PROFESSIONALI

COMUNICATORI PROFESSIONALI

La risposta a un mercato che cambia

Tre anni e tre mesi di lavoro intenso attorno a un Tavolo che ha coinvolto diverse associazioni settoriali hanno portato alla norma Uni 11483:2021, punto di svolta per la definizione delle professioni ricomprese nel complesso mondo della comunicazione.

Non si tratta tanto di una norma tecnica, come pure è diffusamente qualificata, quanto di uno strumento innovativo e utile per capire chi è il comunicatore professionale, cosa fa e quali sono le conoscenze e le abilità che deve garantire al mercato. Serve a disegnare un settore dai contorni ancora indistinti e per diffondere la cultura di una professione ancora oggi impropriamente interpretata.

Il comunicatore professionale è anzitutto un manager.
Lo si legge nella definizione riportata dalla norma. Gestisce processi, progetta, coordina, realizza strategie e attività funzionali allo sviluppo di ogni tipo di organizzazione pubblica, privata, no profit.

Gli ambiti di riferimento e i corrispondenti profili specialistici sono individuati, sì come i compiti comuni a tutti i profili professionali ed anche i compiti specifici.
Gli ambiti sono:
– comunicazione pubblica e istituzionale;
– comunicazione d’impresa;
– comunicazione tecnica;
– comunicazione politica;
– comunicazione sociale per il terzo settore.

A livello di competenze, a seconda del grado di autonomia e responsabilità affidato al professionista, la norma individua tre livelli: a) junior, colui che si approccia al mondo della comunicazione professionale; b) expert, il professionista che ha già acquisito competenze ed esperienze in questo settore; c) senior, la figura apicale che governa l’arte della comunicazione.

Vengono definiti, s’è detto, anche i compiti comuni, dunque quello che il professionista della comunicazione è chiamato a sviluppare a prescindere dalla propria specializzazione. Nella parte comune le fasi del processo sono cinque: analisi, progettazione, attuazione, monitoraggio, valutazione e conclusione.

Un soggetto professionale, insomma, in grado di governare processi complessi, una figura apicale in cui emerge una valenza manageriale e un elevato livello di responsabilità e di condivisione delle strategie, degli obiettivi e delle modalità di intervento. In questo la vera novità.
Una figura professionale che richiede una formazione culturale di largo respiro che spazia dall’etica alla scienza, dalla tecnologia alla creatività, intese come capacità di interpretare tendenze e cambiamenti socioculturali ed economici.
Una figura professionale che riflette i progressi dello sviluppo economico e industriale del nostro Paese.

La norma Uni 11483:2021 risponde bene alle richieste del mercato anche in relazione alle opportunità di crescita, sviluppo e competitività di un settore che offre professionalità e competenze trasversali caratterizzate da una forte spinta innovativa e tecnologica. Combinata all’EQF, European Qualification Framework, possiede anche un profondo respiro internazionale.

Positivo che sia stata riservata attenzione alle nuove competenze richieste dal mercato in evoluzione e fortemente segnato dai processi innovativi.
Ci si comincia ora a interrogare, con prudenza, sull’opportunità di istituire un nuovo Ordine professionale.



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