Crisi occupazionale nel comparto turistico

Crisi occupazionale nel comparto turistico

Un problema in cerca di sinergie

Nel settore turistico e alberghiero si registra una carenza di lavoratori, in particolare qualificati.
Sono in netta riduzione rispetto al periodo pre-pandemico e le offerte di lavoro non trovano adeguata risposta.
Il problema va affrontato grazie a una migliore sinergia pubblico-privato, che parta da uno studio delle forze identitarie dei territori, da rendere più attrattivi, a vantaggio dei residenti, dell’economia e dei nuovi posti di lavoro occupati con successo.

Il mercato del lavoro è più dinamico nelle grandi città rispetto alle zone rurali.
Questa situazione va in contraddizione con gli investimenti in atto volti al potenziamento del turismo nelle zone periferiche, come nei piccoli borghi.
Soprattutto nel settore del turismo e del tempo libero, è importante pensare in termini di destinazioni, cooperazione e reti, perché chi sceglie di lavorare in un certo luogo non decide solo in favore di un’azienda, ma anche per la regione/territorio.
Si aggiunga che chi lavora nei piccoli borghi, vive lì. Servono territori ospitali, prima che turistici. Servono servizi dedicati a chi lavora e vive in quei luoghi.
La dimensione sociale del comparto non va trascurata.

Occorrono allora strategie orientate al benessere delle persone.
Questo vuol dire anche favorire la flessibilità degli orari di lavoro e valorizzare percorsi di carriera, con la previsione di contratti strutturali con ruoli, profili e stipendi adeguati.
Le imprese, anche non del settore turistico, dovrebbero essere maggiormente coinvolte nello sviluppo locale, dando l’opportunità ai giovani di cimentarsi nello sviluppo di nuove attività/servizi per intercettare nuovi target di turismo, più qualificato ed evoluto, che non sia esclusivamente collegato ai posti tavola e ai posti letto.
Una maggiore capacità di tutti di riconoscere e percepire i luoghi e i servizi attenti al benessere permetterebbe di creare nuove attività con lo sviluppo di talenti, come nella musica, nel teatro, nelle arti e artigianalità.
Non ultimo, le imprese turistiche dovrebbero ampliare le proprie prospettive e attività grazie a sgravi fiscali che facilitino l’imprenditoria innovativa e sostenibile. Occorre maggiore collaborazione, evitando che le imprese si vedano come concorrenti, ma collaborando per creare quel clima organizzativo capace di rendere attrattivo il territorio e non solo il luogo di lavoro.
Occorre inoltre una maggiore capacità di collaborazione con le scuole.

Insieme i Comuni, le istituzioni, le associazioni, gli operatori economici e i cittadini devono farsi attori di una vera impresa, puntando strategicamente sulle caratteristiche esclusive del patrimonio territoriale che generano valore durevole per l’attrazione di ospitalità prima che turistica.
In molti territori italiani emerge con forza la cultura dei prodotti della tradizione e del vino, ma spesso non è questa la vera leva. Secondo una visione olistica è possibile scoprire altre identità, così come il Dipartimento Turismo di Meritocrazia Italia sta facendo con il progetto Paniere Meritocratico. La visione a 360° consente ai territori di individuare le forze esclusive e alle imprese di valorizzare l’impegno individuale e collaborativo, per avviare progettazioni e co-organizzazioni e rendere i territori sempre più attrattivi a vantaggio dei residenti e dell’economia locale e nazionale.



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