DIVERSE ABILITA’ E ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE DIGITALI

DIVERSE ABILITA’ E ABBATTIMENTO DELLE BARRIERE DIGITALI

Le insidie nascoste del digital divide

La rapida digitalizzazione dell’ultimo decennio ha trasformato molti aspetti della vita di ciascuno.
L’emergenza ha costretto ad attingere dalla tecnologia in modo del tutto rivoluzionario, per passare il tempo libero e accorciare le distanze, ma anche per lavoro, studio, sanità. Essenziale anche per mantenere vivi i rapporti sociali e quotidiani.
All’improvviso, il mondo intero ha condiviso l’ansia dell’isolamento. Chi, per conoscenza o disponibilità, non si è potuto permettere un uso disinvolto del web o non ha avuto utile accesso alla Rete ha vissuto anche l’immobilismo.

A subire le maggiori discriminazioni è stato, una volta di più, il mondo della disAbilità.
I ritmi di vita sono stati alterati, le routine interrotte. La riconversione dei percorsi sociali, riabilitativi, formativi e lavorativi rivolti alle persone con disAbilità è stata intempestiva e non calibrata sulle reali, diversificate, esigenze. Le diverse abilità richiedono differenti ausili, software e hardware specifici, particolare formazione e garanzia di un accesso alla rete.

Nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006 e ratificata in Italia con la l. 3 marzo 2009, n. 18, la tecnologia è un diritto fondamentale. In linea, gli Stati aderenti si impegnano:
– a intraprendere o promuovere la ricerca e lo sviluppo, e a promuovere la disponibilità e l’uso di nuove tecnologie, incluse tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ausilii alla mobilità, dispositivi e tecnologie di sostegno, adatti alle persone con disabilità, dando priorità alle tecnologie dai costi più accessibili (art. 4, lett. g);
– a fornire alle persone con disabilità informazioni accessibili in merito ad ausilii alla mobilità, dispositivi e tecnologie di sostegno, comprese le nuove tecnologie, così come altre forme di assistenza, servizi di supporto ed attrezzature (art. 4, lett. h);
– a individuare e rimuovere ostacoli e barriere all’accessibilità ai servizi di informazione, comunicazione e altri, compresi i servizi informatici e quelli di emergenza (art. 9, lett. 1b);
– a promuovere l’accesso delle persone con disAbilità alle nuove tecnologie e ai sistemi di informazione e comunicazione, compreso internet (art. 9, lett. 2g).

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, inoltre, le tecnologie assistive (occhiali, carrozzine, comunicatori o protesi) sono elementi essenziali per assicurare alle persone disAbili autonomia, adeguata qualità di vita e partecipazione attiva nella comunità.

Ma, in concreto, le persone con disAbilità usufruiscono realmente delle tecnologie o restano vittime del digital divide?

L’AIAS di Bologna, associazione protagonista sulla scena italiana ed europea in tema di tecnologie assistive, in una recente nota afferma: «Ad oggi si stima che più di un miliardo di persone nel mondo abbiano bisogno di almeno una tecnologia assistiva, ma che solo il 10% di esse vi abbia effettivamente accesso per vari motivi: costi elevati di alcune tecnologie, mancanza di informazioni, disponibilità effettiva dei prodotti, insufficiente formazione dei professionisti, scarsità di personale specializzato sugli ausili, politiche inadeguate o finanziamenti insufficienti».

Per fronteggiare la situazione l’OMS ha promosso una serie di iniziative finalizzate a migliorare l’accesso alle tecnologie assistive a livello globale.
Prima fase sarà la raccolta dati attraverso indagini nei Paesi Membri dell’OMS stessa. L’AIAS di Bologna coordinerà la rilevazione dati in Italia mediante 10.000 interviste somministrate ad un campione rappresentativo della popolazione nazionale. I dati raccolti contribuiranno alla realizzazione del primo Rapporto globale OMS-UNICEF sulle tecnologie assistive (GReAT), la cui pubblicazione è prevista per la fine del 2022.

Per favorire l’accesso alle tecnologie il d.l. n. 669 del 1996, conv. In l. n. 30 del 1997, prevede agevolazioni per l’acquisto di sussidi tecnici ed informatici con Iva agevolata del 4% o detrazione in dichiarazione dei redditi. Questo beneficio, purtroppo, non è rivolto a tutti; vengono escluse le disAbilità intellettive e psichiche a meno che non coesistano anche alterazioni motore, visive, uditive o del linguaggio.

Timidi passi avanti.
È necessario che la necessità di abbattimento delle barriere digitali per le persone con diverse abilità (e non solo) venga seriamente attenzionata e, come evidenziato negli scorsi mesi da Meritocrazia Italia, «occorre un preliminare cambiamento d’approccio culturale e organizzativo sia degli operatori sia dell’utenza, che dovrebbero proiettarsi a un modello nuovo di relazione e farsi pronti ad accogliere la moderna impostazione dei flussi informativi, comunicativi e di scambio».

Nell’era del digital divide, dunque, è evidente che la linea che differenzia le diverse abilità nella società è lieve, assottigliata, parificata dall’esigenza di:
– potenziare la ‘facilitazione digitale’ presso enti pubblici e Istituzioni, mediante apertura di sportelli dedicati gratuiti con personale pronto ad accogliere persone con qualsiasi tipologia di diversa abilità;
– realizzare servizi di ‘facilitazione digitale’ gratuiti anche mediante la collaborazione con Enti del Terzo Settore al quale destinare fondi ad hoc per progetti specifici ed inclusivi;
– dotare Scuole, uffici e luoghi pubblici di strumenti tecnologici, connessione, materiale informatico e aree ricarica adeguati ai servizi offerti;
– promuovere la ‘formazione digitale’ generale e specifica rivolta ai professionisti in modo trasversale e univoco;
– incrementare attività di ‘educazione digitale’ in ogni Scuola, di ogni ordine e grado, per tutti gli studenti, compresi quelli con alterate abilità in coesione con i pari;
– prevedere corsi di alfabetizzazione informatica per tutti i cittadini, in ogni Comune, senza distinzione di età e con particolare riguardo alle persone con disAbilità;
– istituire fondi e bonus, con semplice accesso e senza alcuna disparità, per l’acquisto di tecnologie, ausili e connettività;
– velocizzare e rendere qualitativamente valido l’arrivo della connettività in ogni luogo, sia pubblico che privato.

«C’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti» (Henry Ford)

 

 

 

 

 

 

Fonti:

www.abilitychannel.tv – www.aiasbo.it – www.avvenire.it – www.handylex.org – www.superando.it



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