FONDO NUOVE COMPETENZE

FONDO NUOVE COMPETENZE

Un’opportunità che va colta

Istituito presso Anpal dal d.l. Rilancio (art. 88, d.l. 19 maggio 2020, n. 34, modificato dall’art. 4, d.l. 14 agosto 2020, n. 104), il Fondo Nuove Competenze è attuato sulla base delle disposizioni del decreto interministeriale del 22 ottobre 2020.

La dotazione del Fondo è costituita al momento da 730 milioni di euro e potrà essere incrementata con ulteriori risorse dei Programmi operativi nazionali e regionali di Fondo sociale europeo e, per le specifiche finalità, del Fondo per la formazione e il sostegno al reddito dei lavoratori e dei Fondi paritetici interprofessionali.

Il Fondo nasce con lo scopo di aiutare le imprese a sviluppare le nuove competenze necessarie alla ripresa, sviluppare nuovi prodotti, tecnologie e servizi, o semplicemente per sostenere le imprese nell’adeguamento ai cambiamenti imposti dal mercato di riferimento, facendosi carico dei costi del lavoro necessari per formare i dipendenti.

Finanzia, infatti, tutti i costi del lavoro – retributivi e contributivi – di tutti i dipendenti impegnati in attività formative finalizzate allo sviluppo di nuove competenze, fino ad un massimo di 250 ore per dipendente, secondo quanto previsto in apposito piano formativo definito d’intesa con le Organizzazioni sindacali. Non c’è un numero massimo di lavoratori da destinare al percorso di sviluppo delle competenze, essendo interessati tutti i dipendenti occupati nelle imprese ammesse a beneficiare dei contributi.
Il meccanismo prevede innanzitutto di definire le competenze necessarie per le nuove sfide palesate; successivamente il datore di lavoro procede a programmare un percorso formativo da effettuarsi durante le ore di lavoro. Sulla scorta di tale previsione e del relativo piano formativo, concorda con le Organizzazioni sindacali una riduzione temporanea delle ore di lavoro, per destinare le stesse ad attività formativa. Tali accordi dovrebbero essere sottoscritti entro il 30 giugno 2021, data che coincide anche con la presentazione della richiesta di accesso al fondo. Raggiunta l’intesa su tale riduzione, il datore di lavoro può procedere alla richiesta di finanziamento per tali ore ad ANPAL che erogherà il 70% dei relativi costi (retribuzione + contributi) attraverso l’INPS. Concluso il percorso formativo ed attestato il raggiungimento degli esiti previsti in termini di competenze, ANPAL erogherà il restante 30%. I costi della formazione resa ai propri dipendenti rimangono in ogni caso a carico del datore di lavoro.
Insiste quindi una grande differenza rispetto ai lavoratori in cassa integrazione, che rimangono, nel mentre, completamente inattivi, ancorché parimenti finanziati con risorse pubbliche.
Qui invece il dipendente è impegnato in attività formative, erogate da gli enti accreditati per la formazione a livello nazionale e regionale, oppure da altri soggetti, anche privati, che per statuto o istituzionalmente svolgono attività di formazione, come le Università o ancora la stessa impresa che ha presentato domanda qualora sia in possesso dei requisiti per la stessa e tale capacità sia formalizzata dall’accordo collettivo.
In esito al percorso dovranno essere rilasciate delle certificazioni, ossia documenti di trasparenza, documenti di validazione e certificati delle competenze oppure, nel caso in cui, per la natura del percorso o dell’ente che lo ha erogato, non sia possibile rilasciare una certificazione, dovranno essere rilasciati degli attestati di messa in trasparenza delle competenze.

Questa è un’opportunità che nasce per contrastare gli effetti economici causati dall’epidemia da Covid19 e che permetterà di riallineare ed accrescere le competenze dei dipendenti ai nuovi fabbisogni, innalzando il capitale umano. Quindi può rappresentare un aiuto concreto allo sviluppo delle imprese operanti nel territorio nella fase di ripresa che ben si concilierebbe e andrebbe ad aggiungersi ai vantaggi fiscali apportati dalla ZES, nella loro forma evoluta di Tax Free Zone.

Le agevolazioni correlate alla misura, dagli aiuti a ricerca e sviluppo a quelli per la formazione dei dipendenti, in uno con incentivi all’occupazione, procedure burocratiche semplificate, ricerca di personale e piani di formazione per quest’ultimo, correlati al potenziamento degli investimenti per le infrastrutture sociali nelle ZES, attraverso una rimodulazione della missione 5 nell’ambito del PNRR, darebbero nuova linfa alla ripartenza economica delle Regioni italiane meno sviluppate e in transizione.

Oggi, tali interventi, già da più lati auspicati, sono resi ancor più necessari dall’emergenza sanitaria ancora in corso. La formazione infatti costituisce un’arma potente per una pronta reazione ai cambiamenti e ai diversi scenari di marcato con cui le imprese devono confrontarsi.

L’augurio è che questa opportunità sia colta davvero.

La vera sfida, in questo momento, consiste nel trovare le energie e le risorse migliori, investire al meglio sostenendo la creazione di nuove abilità e l’aggiornamento delle competenze per far ripartire l’intero mercato del lavoro.



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