GIOVANI ANZIANI

GIOVANI ANZIANI

Una risorsa da valorizzare

Parlando di Merito, il pensiero non può non andare anche a chi, con sacrificio, forza di volontà e resilienza, ha contribuito a forgiare tradizione e identità nazionale.
Gli anziani, detentori di un patrimonio inestimabile di esperienze e relazioni.

Istat e il Ministero della Salute riportano la terza età alla fascia superiore ai sessantacinque anni. Nel 2018, la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) ha proposto di aggiornare il concetto di ‘anzianità’, per far corrispondere il passaggio dalla condizione di ‘maturo’ a quella di ‘anziano’ a settantacinque anni, in ragione dell’allungamento della speranza di vita media.
La categoria sociale è piuttosto complessa, suddivisa in 3 sottogruppi: giovani anziani (65-75 anni), anziani veri e propri (76-84 anni) e grandi anziani (dagli 85 anni in poi). Si distingue, poi, tra terza età (buona salute, risorse economiche ed inserimento sociale) e quarta età (mancata autosufficienza e decadimento fisico).

A inizio 2020 l’Italia contava oltre 13 milioni di persone over 65, con un indice di vecchiaia pari a 179 (179 anziani ogni 100 bambini). Dato che, sì, denota un miglior stato di salute dei cittadini, ma che, inevitabilmente, porta anche ad interrogarsi sulle possibili ripercussioni sul sistema sanitario e su quello socio-economico.

Una cosa è certa: è in atto un cambiamento nella percezione del ruolo sociale della c.d. terza età. Gli anziani sono sempre meno considerati come persone che vivono un periodo residuale della vita, di ritiro dalla dimensione sociale e pubblica a causa di mancanza di energie e problematiche di salute invalidanti.
Sono moltissimi gli ‘anziani attivi’, che rappresentano un’importante risorsa per la collettività, in quanto apportano un contributo fondamentale in vari ambiti.

Si pensi al caso dei giovani anziani. Un’espressione molto utilizzata per definirli è ‘generazione sandwich’. Grazie al loro bagaglio di conoscenza ed esperienza, svolgono un ruolo sociale e familiare chiave nella società moderna.
Spesso prestano assistenza a parenti in situazioni di limitata autonomia e danno un importante contribuito all’organizzazione familiare dei figli, con l’accudimento dei nipoti. La loro presenza è spesso fondamentale per sopperire alla carenza, o al costo inaccessibile, di strutture come asili nido, servizi doposcuola e di accoglienza dei bambini durante le vacanze estive. I giovani anziani sono in molti casi il fattore cruciale che permette ai figli di creare una famiglia propria e mantenere il lavoro.

Tanti settori della società, dal volontariato, alla cultura e al welfare, presentano delle aree di bisogno che possono essere soddisfatte con l’impegno degli anziani attivi.
I volontari over 65 sono anche una risorsa concreta per l’associazionismo e contribuiscono a portare avanti numerosi progetti, tra i quali quelli dedicati:
– alla cura della persona e all’assistenza di malati e grandi anziani. Gli anziani attivi costituiscono lo zoccolo duro dei 45mila volontari Auser, la Onlus che opera a favore dell’invecchiamento attivo. Essa promuove varie iniziative di assistenza nella vita quotidiana su tutto il territorio nazionale, contro la solitudine e l’isolamento degli anziani. La vicinanza di età tra i volontari e gli utenti degli interventi permette un dialogo, una comunanza di valori e un’empatia elevata, che rappresentano una delle chiavi del successo dei progetti;
– all’accoglienza, alla solidarietà sociale verso le categorie svantaggiate, alla realizzazione di manufatti artigianali e alle attività di raccolta fondi per l’autofinanziamento di associazioni e di iniziative benefiche.

Nelle comunità locali, il contributo dei volontari over 65 permette di portare avanti molte iniziative di aggregazione sociale e di pubblica utilità, come:
– attività di Pro Loco, associazioni di promozione locale, di organizzazione feste e appuntamenti vari;
– volontariato presso Protezione Civile, Croce Rossa e servizi di vigilanza antincendio, con compiti commisurati all’età;
– apertura e gestione di biblioteche, musei e monumenti storici, spesso con servizio di visite guidate;
– vigilanza territoriale come nei progetti dei ‘Nonni Vigili’, adeguatamente formati per sorvegliare scuole, parchi e giardini e dissuadere, con la loro presenza, fenomeni di vandalismo e microcriminalità;
– piccoli lavori di manutenzione e gestione di spazi pubblici e di aggregazione, giardini, orti urbani.

In ambito professionale, si va sempre più affermando la pratica di trasmissione intergenerazionale delle competenze, per valorizzare il passaggio di una rete di esperienze e nozioni, che possono essere di grande utilità per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro.
All’interno degli ordini professionali sorgono iniziative di mentoring e business angel, in cui professionisti senior in pensione affiancano gli aspiranti imprenditori, con un programma di consulenze e accompagnamento.
I professionisti rappresentano un prezioso bacino di competenze qualificate anche per l’associazionismo: molti medici, infermieri, avvocati, dirigenti d’azienda, commercialisti e professionisti vari, una volta in pensione, trovano una gratifica importante nel prestare le loro competenze specialistiche per associazioni con scopi solidaristici.
Pure nel settore manifatturiero e nell’artigianato di eccellenza nascono progetti di affiancamento, che contribuiscono a tramandare ai giovani artigiani la tradizione preziosa, il sapere e i segreti di molte lavorazioni di artigianato artistico, che solo un contatto diretto e un affiancamento in bottega permettono.
Valorizzare le potenzialità di una persona anziana attraverso uno scambio di competenze e valori tra generazioni è fondamentale per il raggiungimento di una reale coesione sociale e il miglioramento della qualità di vita anche collettiva.
Gli anziani rappresentano un patrimonio unico, che merita cura, attenzione e rispetto, e un sistema di politiche sociali che punta a favorire il sistema degli anziani attivi è un sistema di politiche sociali che punta alla Civiltà.

A tal proposito, risulterebbe utile, tra l’altro:
– destinare maggiori risorse a Regioni e Comuni per attuare Progetti di utilità collettiva, che vedano sempre più ‘protagonisti’ anziani attivi (il PNRR prevede risorse esclusivamente per gli anziani non autosufficienti);
– istituire e regolamentare organismi pubblici di gestione e coordinamento di attività a beneficio sociale gestite su base volontaristica dalla popolazione anziana;
– la promozione, da parte delle amministrazioni comunali, di incontri formativi, di dialogo e confronto intergenerazionali, con possibilità di condivisione di racconti esperienziali;
– l’istituzione di corsi di studio e di approfondimento ponderati sulle esigenze e sugli interessi della terza età, di facile ed economica accessibilità;
– incentivare il cohousing (coabitare, abitare in luoghi condivisi) per gli anziani soli o che, per i più disparati motivi, rischiano di ritrovarsi soli nei momenti di maggiore difficoltà;
– promuovere accordi con le compagnie di Taxi a tariffe agevolate a favore del over 65, come già in molte città;
– promuovere attività sportive per anziani, stipulando convenzioni adeguate per età e reddito con palestre pubbliche o private.



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