IL NUOVO TURISTA: IL CITTADINO TEMPORANEO

IL NUOVO TURISTA: IL CITTADINO TEMPORANEO

Un nuovo ‘senso del luogo’

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) focalizza l’attenzione, tra l’altro, sul tema dell’innovazione tecnologica e dell’inclusione sociale.
Si tratta di questioni di grande interesse per il turismo, leve essenziali per traghettare il comparto verso una dimensione nuova, in cui l’offerta Paese risulti solida e univoca e riporti l’Italia a competere con altre destinazioni probabilmente meno attraenti ma più pronte alle moderne dinamiche di scelta operate dal viaggiatore.

È in superamento la figura del ‘turista’ che vive la destinazione come un prodotto di consumo e viaggia per soddisfare un’esigenza di piacere, spesso a breve o brevissimo termine.
Da anni si fa strada un profilo nuovo, quello del viaggiatore-cittadino temporaneo, che vive il viaggio come un’esperienza arricchente e plasmante della propria esistenza, cercando il contatto con la ‘persona del posto’, per conoscerne usi e costumi e immergersi nella vita locale… proprio come un ‘cittadino temporaneo’.
Al piacere del viaggio si aggiunge un nuovo ‘senso del luogo’.

Per certo, il recente evento pandemico ha molto contribuito al cambiamento, favorendo la ‘staycation’ al posto della tradizionale ‘vacation’. L’esigenza di lavorare da remoto ha fatto sì che in tanti optassero per la premanenza in località diverse dalla propria abitazione.

La pandemia ha fatto emergere nuove e inattese forme di ospitalità, nuovi modelli di relazione, interazione e inclusione.
Ma, se il viaggiatore cambia, l’operatore turistico, la comunità civile e la pubblica amministrazione non possono restare a guardare. Serve ripensare il turismo secondo i moderni paradigmi e le inedite esigenze. Servono, insomma, nuove competenze e nuovi investimenti.

Il miglioramento dell’offerta delle strutture ricettive e dei servizi collegati contribuirà ad accelerare la transizione verso il digitale e la sostenibilità ambientale. La nuova competitività dell’offerta turistica aprirà a interventi di rinnovamento delle attività produttive, e, secondo le stime del governo, dovrebbe portare a un incremento complessivo di circa l’1% del Pil.
L’obiettivo è attirare un numero maggiore di turisti, anche stranieri, che portati a scegliere altre mete, con auspicate e probabili ricadute in termini di crescita dei posti di lavoro e del commercio (moda e settore terziario). Incrementi d’occupazione di giovani e donne avranno, a loro volta, effetti anche sul reddito di cittadinanza, da rendere più inclusivo, prevedendo che il rifiuto di una congrua chiamata al lavoro presso il comune di residenza per almeno due volte comporterà la perdita dei sussidi ricevuti da oltre sei mesi.

La digitalizzazione è sempre più lo strumento principe di marketing e comunicazione: investimenti strutturali a livello nazionale non sono più procrastinabili. Devono seguire quelli imprenditoriali, al fine di portare il Paese a un livello d’avanguardia in tutte le declinazioni dell’ospitalità.
Tuttavia, la digitalizzazione come risorsa tecnologica deve poter essere gestita con competenza, essere fruibile e controllata, deve aiutare a generare e comunicare benessere. Per questo è essenziale investire nella formazione/riqualificazione di lavoratori e di studenti e per la distribuzione di adeguate abilità, per il miglior utilizzo delle nuove tecnologie.

Le competenze di gestione sostenibile sono indispensabili.
La sostenibilità deve diventare l’unico stile di vita possibile, dentro e fuori l’azienda. Condotte responsabili, capacità di prevenzione, controllo e monitoraggio, capacità di condivisione e di progettazione in squadra sono l’unica via possibile verso un turismo rigenerato.

Occorre non soltanto saper cogliere, ma anche saper creare opportunità di miglioramento e di ‘advocacy’ in ambito turistico, in favore di tutta la società civile e di un rinnovato concetto di benessere, più attento all’interesse comune e alla conservazione che alle esigenze egoistiche di consumo.

In questa direzione, innovare il sistema turistico vuol dire puntare sull’agevole fruibilità di viaggi in dimensione esperienziale.
Un ruolo determinante spetta, s’è detto, al potenziamento della digitalizzazione, alla piena copertura di banda larga e al capillare allargamento della fibra ottica (c.d. autostrada informatica), in aderenza alle istanze del nomadismo digitale e dei lunghi periodi di soggiorno. Ciò favorirebbe anche la riqualificazione e il ripopolamento di borghi dimenticati.
Complementari, interventi sul funzionamento dei servizi di pubblica utilità, specie in ambito trasportistico.

 

 

Sul tema già: https://www.meritocrazia.eu/verso-un-turismo-lento-e-di-prossimita/



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