Impresa familiare

Impresa familiare

Tra transizione green, innovazione e comunicazione efficace

La forte connotazione familiare del tessuto imprenditoriale è caratteristica propria del mercato italiano.

Secondo l’ultimo censimento Istat, le imprese familiari rappresentano il 75,2% delle unità produttive con almeno 3 addetti e il 63,7% di quelle con 10 addetti e oltre.
Si tratta di imprese che spesso competono e vincono sulla scena internazionale perché fortemente motivate, sostenute e sospinte in una crescita costante da valori maturati nel tempo e divenuti sempre più radicati dei passaggi generazionali. Sono espressione di capacità di visione, di tradizione e legame con il territorio, e di capacità di cambiamento.
Queste le qualità che hanno consentito a tante aziende italiane di minori dimensioni di affermarsi anche nello scenario internazionale.

Secondo il direttore generale del Centro Studi Tagliacarne, «Le imprese familiari sono un valore per il nostro Paese e rappresentano un aspetto importante di competizione del nostro sistema imprenditoriale, in particolare quando si accompagnano a un management esterno ma a fare la differenza ad innovare è soprattutto la capacità di fare networking con gli altri imprenditori, Università, Centri di ricerca e istituzioni locali».

Nelle imprese con manager di famiglia, la propensione a investire in tecnologie 4.0 passa da una media del 17% a una del 35%.
Secondo i dati raccolti, la transizione digitale sarebbe ridotta nelle imprese familiari a guida femminile: il 15% ha investito in tecnologie abilitanti contro il 18% delle imprese capitanate da uomini. Tale gap si annullerebbe totalmente, però, quando le donne di imprese familiari scelgono di affidarsi a professionalità manageriali reperite sul mercato: il 25% contro il 22% di quelle maschili guidate da manager esterni.

In base a un’analisi del Centro Studi Tagliacarne, su un campione di imprese manifatturiere tra i 5 e i 499 addetti, le imprese familiari sarebbero, in generale, più innovative e più green rispetto alle altre. Il 18% delle aziende a proprietà familiare ha investito in tecnologie 4.0 tra il 2017 e il 2020, contro il 15% delle altre realtà produttive. La propensione a innovare sale al 22% quando la gestione è affidata a un manager esterno.

Ancora tanto si può fare in tema di innovazione, anche per valorizzare la superiore capacità di portare a termine progetti con successo.
Per questo, è necessario che le imprese familiari imparino a sviluppare strategie di innovazione ‘su misura’, che tengano conto delle loro forti specificità, approccio ribattezzato Family-Driven Innovation (o FDI).

Il family business si rivela inoltre maggiormente attento ai temi della sostenibilità: il 27% ha già realizzato investimenti verdi nel biennio 2017-2019, e investirà sempre di più, con prospettive che puntano al 18% entro il 2023, contro il 12% delle imprese non familiari.

Sono tre le principali dimensioni rispetto alle quali un’impresa familiare è chiamata a prendere delle decisioni nel momento in cui mette a punto la propria strategia di innovazione, soprattutto nella fase del passaggio generazionale:
– ‘dove’: variabile che cattura gli obiettivi e le intenzioni degli azionisti che esercitano un controllo sull’impresa;
– ‘come’: variabile che fa riferimento alla capacità della famiglia o dei gruppi famigliari di controllo a orientare l’utilizzo delle risorse della loro azienda verso il raggiungimento degli obiettivi strategici definiti;
– ‘cosa’: variabile che attiene al tipo di risorse che l’impresa possiede e di cui la proprietà familiare ha bisogno per raggiungere gli obiettivi desiderati.

Se le decisioni di innovazione sono coerenti con le caratteristiche distintive dell’impresa familiare, allora la Family-Driven Innovation diventa possibile e può portare alla costituzione di un vantaggio competitivo attraverso l’innovazione.

Altro aspetto molto importante sul quale le aziende familiari italiane dovrebbero puntare è la comunicazione efficace.
Lo stress legato alla pandemia ha intensificato l’importanza di mantenere viva la comunicazione con i propri clienti, con ancora maggior attenzione nel definirne identità, necessità e grado di soddisfazione relativamente ai prodotti o servizi che l’azienda offre loro e alle modalità con cui i prodotti e servizi tradizionali, si adeguano alle nuove esigenze di sicurezza. L’azienda deve essere in grado di comunicare il suo impegno nel fornire un ambiente fisico e digitale sicuro in cui acquistare, pur mantenendo intatti i connotati che nel tempo hanno reso gli stakeholder affezionati e legati al prodotto o servizio ‘familiare’.
Nei confronti dei lavoratori invece, al pari di qualsiasi PMI, una comunicazione trasparente consente all’azienda di rafforzare le relazioni e accrescere la lealtà, rassicurandoli sullo stato di salute dell’azienda (solvibilità) e sull’attenzione che la stessa pone nel garantire un ambiente di lavoro sicuro.

In definitiva, i veri punti di forza per una ripresa del tessuto imprenditoriale con particolare riferimento alle imprese familiari sono nel piano di comunicazione, nell’utilizzo del digitale e delle nuove tecnologie, nella più immediata internazionalizzazione, nella capacitò di creare innovazione, e nella tempestività dei passaggi generazionali.

 

 

 

 

FONTI
– G.F. Campobasso, Manuale di diritto commerciale, a cura di Mario Campobasso, settembre 2017
– A. Zanardi Cappon, D. Torri e S.M. Battaglia, Tutto lavoro e famiglia. Come affrontare con successo la conduzione di un’impresa familiare, Tecniche nuove, novembre 2012
– Bibliografia in tema di aziende familiari (aidaf.it)
– DeloittePrivate. Priorità per il rilancio: focus sulle aziende familiari
– Attente al green e all’innovazione: le imprese familiari del made in Italy sono un valore per il nostro paese (tgposte.poste.it)



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