LA FIERA DEI PROGETTI

LA FIERA DEI PROGETTI

Per ritrovare la capacità di reagire

Le ingenti risorse messe a disposizione dal PNRR interessano solo il 33% delle imprese italiane.

Il dato emerge dalla recente indagine eseguita dall’Istituto Tagliacarne. Si riporta che soltanto il 16% si è già attivato per aderire ai progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, mentre un altro 13% ha in programma di farlo.
Ciò significa che oltre il 70% delle imprese non si presenteranno nuove iniziative e non coglieranno le importanti opportunità di sviluppo che si potranno innescare.

In molte imprese serpeggia un forte pessimismo, aggravato dai recenti eventi bellici, che hanno avuto come conseguenze un notevole incremento dei costi dell’energia e una sempre maggiore difficoltà di reperimento delle materie prime. Questo pessimismo, nonostante una timida ripresa economica, rallenta ulteriormente il rilancio post-pandemia. E, se i problemi economici non fanno scattare nelle imprese una reazione di fronte alle tante risorse messe a disposizione, significa che sta prevalendo l’incapacità di reagire e di fronteggiare una situazione che, per molti versi, sembra non essere sotto controllo.

La creatività, l’estro e la capacità di reagire a momenti difficili che caratterizzano l’indole del popolo italiano stanno facendo posto alla mancanza di progettualità, all’idea che il ‘domani è un altro giorno’ pronunciata da Rossella O’Hara non sia più attuale.

Eppure, secondo alcuni studi di psicologia, la voglia di progettare, di tentare di rinascere ogni giorno e di credere nella realizzazione di un possibile cambiamento è una molla esistenziale indispensabile che può aiutare a vivere meglio.
La progettualità, infatti, è anche la chiave della condivisione che si può innescare tra diverse persone proprio con lo scopo di interrompere la monotonia e la routine che sembrano condannare l’agire individuale. Assieme ad altri si può progettare il cambiamento e insieme si possono unire le diverse capacità personali per colmare le tante “incapacità”.

In fondo, un’impresa che non desidera progettare il proprio futuro è un’impresa incapace di leggere il presente, di cogliere le opportunità che si presentano e, ultimamente, di leggere la realtà come un’occasione da cogliere e non da subire.

Anche per tale ragione bisognerebbe conoscere e far conoscere il lavoro svolto da quegli imprenditori o amministratori pubblici che, di fronte a tanto sconforto, trovano ancora la capacità di guardare avanti, di avere un’idea di futuro e di programmare un cambiamento partendo dal presupposto che non si possono fare le stesse cose che sono fatte fino ad oggi. Sarebbe interessare realizzare nei diversi territori la ‘Fiera dei progetti’ all’interno della quale si possano esprimere liberamente cittadini e Istituzioni che hanno delle proposte concrete di rilancio. Sarebbe un modo per confrontarsi e condividere iniziative che da soli non si potrebbero realizzare.

Ecco che allora l’incapacità dell’uomo, intesa come assenza di attitudine a fare qualcosa, potrebbe trasformare una comunità o un gruppo di imprenditori puntando sull’incapacità a rassegnarsi e ad arrendersi per lasciare spazio ad un’inversione di rotta mediante l’identificazione di obiettivi specifici, quantificabili e misurabili e mantenere sotto controllo il raggiungimento di essi.
Forse questi momenti duri e oscuri non ci lasceranno un’umanità migliore. Ma è certo che ciascuno è chiamato a fare in modo che i giorni futuri portino progetti, concretezza e voglia di costruire un mondo migliore.



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