LA GESTIONE DELLE TAX EXPENDITURES SOTTO LA LENTE DELLA LEGALITÀ

LA GESTIONE DELLE TAX EXPENDITURES SOTTO LA LENTE DELLA LEGALITÀ

Osservazioni critiche

Il potenziamento automatico della riscossione, in discussione in questi giorni e che, con meccanismo compensativo, ingloba i debiti nel credito d’imposta o nei rimborsi da riconoscere al diretto interessato (prima che l’Erario o un ente locale riconosca il relativo credito d’imposta o rimborso), merita di essere analizzato sotto la lente della legalità.

La disciplina descritta dai sei commi del nuovo art. 28 ter del Testo unico della riscossione (d.P.R. n. 602 del 1973) ha superato la fase dell’istruttoria tecnica ed è pronta per essere integrata nella legge di bilancio.
La finalità è quella di razionalizzare la gestione delle tax expenditures, con ulteriore forte effetto deterrente al fenomeno evasivo.
A titolo esemplificativo, il contribuente che ha un credito da 500,00 euro, prodotto, ad esempio, da una detrazione riconosciuta nel 730, ma che ha anche un debito da 200,00 euro per una cartella erariale o per non aver pagato una multa o una rata Tari al proprio Comune, subirebbe un taglio sul beneficio e riceverebbe direttamente 300,00 euro.

La questione riguarda tutti i debiti fiscali, ma ha un impatto specifico su tributi e tariffe non pagate agli enti locali, dove la macchina della riscossione spesso si inceppa.

Con l’incrocio dei dati tra chi richiede un rimborso o indica nel 730 un credito d’imposta, l’Agenzia delle Entrate, prima di rilasciare l’atto di liquidazione al sostituto, verifica con l’agente pubblico della riscossione se il contribuente titolare del bonus fiscale ha pendenze per somme iscritte a ruolo. In caso positivo, la stessa Agenzia invia la segnalazione alla Riscossione, che notifica al debitore una comunicazione preventiva in cui spiega che, trascorsi sessanta giorni, le somme da rimborsare saranno compensate con i debiti che risultano pendenti alla data della comunicazione e indicati nelle cartelle esattoriali notificate.

Il meccanismo di compensazione automatica pone un problema di non poco conto.
Lo certificano i numeri della relazione tecnica che accompagna il provvedimento.
A rientrare nella rete di controlli incrociati sarebbero almeno 750.000 persone all’anno, che riceverebbero quasi mezzo miliardo di crediti d’imposta in meno proprio perché titolari di altri debiti.
Che la misura sia trasversale e in favore di tutti gli enti creditori lo testimonia anche la ripartizione delle somme che potrebbe garantire. Degli oltre 460 milioni poco più di 200 milioni finirebbero nelle casse dell’Erario, almeno 23 milioni in quelle degli enti previdenziali e i restanti 240 milioni in quelle degli altri enti, tra cui Comuni, Regioni ed enti previdenziali privati. Restano esclusi dalla compensazione i debiti iscritti a ruolo per i quali il contribuente ha ottenuto dall’agenzia Entrate-Riscossione una sospensione o una rateizzazione dei pagamenti (sono comunque esclusi dal taglio rimborsi i ruoli inferiori ai 100 euro).

Non può non osservarsi che il meccanismo, se, da un lato, punta a combattere l’evasione da riscossione, dall’altro consentirebbe al contribuente di non vedersi attivare le procedure esecutive come i pignoramenti per recuperare il credito vantato dallo Stato o dagli enti locali, e caricare l’addebito delle spese prodotte dalla procedura.
Rimarrebbe inalterato il diritto di difesa del contribuente a partire dalla comunicazione preventiva inviata dall’agente della riscossione con le stesse modalità con le quali già oggi si può ricorrere al giudice competente per le comunicazioni di fermo o di ipoteca. Tanto è vero che sarebbe sempre possibile avviare un contraddittorio; una volta ricevuta la comunicazione preventiva, il debitore avrà trenta giorni di tempo per presentare all’agenzia delle Entrate-Riscossione le proprie osservazioni, avviando un «contraddittorio endoprocedimentale» che potrebbe arrestare il tecnicismo.
Sotto questo profilo, tuttavia, la convenienza della gestione delle tax expenditures con l’automatismo della compensazione, verrebbe meno per effetto dell’aumento delle spese legate al contenzioso e alle lungaggini della giustizia tributaria. Mentre, per il contribuente si paventerebbe una vera e propria tagliola dei rimborsi e dei crediti d’imposta.

Più utile sarebbe un sistema proiettato al miglior dialogo tra Ente Locale e/o Amministrazione Finanziaria e contribuente/debitore e a una forma di compliance fiscale preordinata con la doppia finalità di
– potenziare in modo più efficace ed efficiente la gestione della tax expenditures della riscossione dei crediti prima dell’iscrizione a ruolo;
– favorire l’alleggerimento dei debiti per tributi fiscali ed erariali del contribuente.

Non può non notarsi inoltre che, a fronte di sistemi sempre più efficienti di recupero dei crediti da parte degli enti pubblici, nessuna garanzia è invece prevista a tutela dei cittadini che a loro volta siano creditori della pubblica amministrazione. Essenziale è provvedere alla istituzione di una Agenzia delle Uscite che si occupi di assicurare il rispetto dei pagamenti a beneficio dei cittadini.



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