La Giornata mondiale dell’acqua nel tempo della carenza delle risorse idriche. MI torna a invocare misure strutturali

La Giornata mondiale dell’acqua nel tempo della carenza delle risorse idriche. MI torna a invocare misure strutturali

Gravissima è ormai la crisi idrica determinata dall’incontrastato cambiamento climatico globale, che si manifesta da una parte con una siccità crescente, dall’altra con alluvioni eccezionali. Sembrerebbe un controsenso, ma è un fenomeno noto e tipico dei territori tropicali, nei quali il terreno diventa impermeabile a causa dei lunghi periodi di siccità, per poi allagarsi alle prime piogge persistenti.
A tutto questo si aggiunge una dispersione dilagante (vecchie reti idriche maltenute e dimensionate negli anni ’50) e forti carenze infrastrutturali (mancanza di costruzione di invasi di raccolta, dighe e laminatoi). Circa il 40% dell’acqua immessa nelle reti italiane si disperde a causa di impianti obsoleti e perdite non riparate. L’Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) stima che solo in Sicilia si perdono circa 335 milioni di metri cubi d’acqua all’anno.
Ogni giorno, sul territorio nazionale, vengono sprecati 157 litri di acqua per abitante, pari al fabbisogno idrico di circa 43 milioni di persone.

Nel 2023, il decreto Siccità ha promosso la desalinizzazione come soluzione per la scarsità idrica.
La costruzione di impianti di desalinizzazione rappresenta sì una possibile soluzione per fornire acqua potabile in aree costiere, ma presenta ancora costi elevati e consumi energetici impegnativi, oltre che un impatto ambientale non trascurabile sulle coste, sui fondali e soprattutto sulla fauna ittica.
Non solo, l’Italia è al primo posto in Europa per la quantità, in valore assoluto, di acqua dolce prelevata per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei. Per i consumi individuali di acqua dal rubinetto, gli italiani si dimostrano essere la popolazione meno virtuosa a livello europeo con oltre 220 litri pro capite consumati giornalmente, contro una media europea di 123 litri di acqua per abitante al giorno e con un incremento annuale costante.

Anche quest’anno si prevede in alcune zone del Paese come la Sicilia il razionamento nell’erogazione dell’acqua a causa della carenza di risorse idriche.
Malgrado siano stati realizzati negli anni ’60-’70 del secolo scorso, numerosi invasi per la raccolta delle acque piovane, l’insabbiamento dei bacini idrici ha ridotto notevolmente la captazione delle acque piovane.
Le cause sono nell’erosione del suolo. Le piogge intense e l’assenza di forestazione a causa degli incendi, la carenza di adeguate opere di difesa del suolo causano l’erosione del terreno che viene trasportato dai fiumi e si deposita nei bacini idrici. La mancanza di manutenzione dei bacini idrici, come la rimozione periodica dei sedimenti, ne favorisce l’insabbiamento e la capacità di immagazzinare l’acqua piovana.
Sarebbero sufficiente interventi di pulitura di questi bacini idrici per poter contare su una maggiore disponibilità idrica.

Meritocrazia Italia da anni analizza le varie criticità sul tema e avanza proposte di intervento, sia rivolte ai cittadini che alle Istituzioni, ma si intravede sempre un certo entusiasmo per soluzioni molto costose piuttosto che per azioni più innovative e sostenibili.
Ad esempio, sarebbe utile recuperare i vecchi progetti di sbarramenti/chiuse alti pochi metri sul Po, nati per la navigazione fluviale, ma che possono diventare riserve idriche negli eccessi di pioggia e fonti di energia pulita, come la centrale idroelettrica di Isola Serafini degli anni ’60 tuttora in funzione.
Si potrebbe dare finalmente attuazione al riutilizzo delle acque reflue in agricoltura, com’è regolato dal d.lg. n. 152 del 2006, che recepisce la direttiva 91/271/CEE. Il decreto definisce i requisiti di qualità per le acque reflue depurate che possono essere utilizzate per l’irrigazione e stabilisce le norme per la loro gestione e controllo.

Ma non sono state realizzate le canalizzazioni necessarie per riportare queste acque laddove potrebbero essere riutilizzate, quindi vengono spesso disperse o rilasciate in mare. I depuratori, specie nelle zone costiere, scaricano in mare, mentre si può ‘rimandare a monte’ quest’acqua che, abbattuta la carica batterica, può essere utilizzata, ad esempio, per irrigare i boschi nei periodi siccitosi per prevenire gli incendi e allo stesso tempo rimpinguare le falde idriche, perché Il terreno completa l’opera di filtraggio dell’acqua.

Il riutilizzo delle acque reflue trattate in agricoltura rappresenta una strategia fondamentale per affrontare le sfide legate alla scarsità d’acqua e alla sicurezza alimentare, in un contesto di crescente cambiamento climatico.

Sono state avanzate soluzioni ad ampio raggio, per i cittadini, per le aziende e le istituzioni. Dal semplice obbligo dei contatori d’acqua per unità familiare con la scomparsa di quelli condominiali con consumo forfettario a persona, ai nuovi invasi e laminatoi sui territori a rischio. Una nuova gestione dell’agricoltura, con sistemi di irrigazione più efficienti per trattenere l’acqua e distribuirla con una irrigazione a goccia e con una nuova produzione di cibo in condizioni di siccità. Ed ancora, interventi urgenti per ridurre la dispersione idrica con ammodernamento delle reti e riparazione delle perdite. Investimenti in infrastrutture per la raccolta e lo stoccaggio dell’acqua piovana. Promozione di campagne di sensibilizzazione verso i cittadini per un uso più consapevole dell’acqua.

Meritocrazia Italia ha ben chiara la complessità del problema, ma la gestione dell’acqua in Italia richiede un approccio olistico che integri diverse strategie e tenga conto delle specificità dei territori, senza cedere il passo a politiche amministrative regionali o provinciali miopi.

L’acqua non ha confini politici, fisici e men che mai burocratici!

Nel riproporre con determinazione le proposte già avanzate nel corso degli anni, Meritocrazia Italia invoca non solo un impegno collettivo, ma urgenti azioni concrete, immediate e a lungo termine, per affrontare la crisi idrica e garantire un futuro sostenibile per il nostro Paese.

Stop war.



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