LA RIVOLUZIONE NEI PICCOLI GESTI

LA RIVOLUZIONE NEI PICCOLI GESTI

La sostenibilità non sia una moda, ma uno stile di vita

Ogni persona, a prescindere da Paese di provenienza, etnia o genere, stile di vita, professione e reddito, ha diritto ad un ambiente sano, equilibrato e sostenibile.

La Giornata della Terra, celebrata il 22 aprile di ogni anno, rappresenta in tantissimi Paesi del mondo un momento educativo e informativo, un’occasione di confronto tra i leader mondiali per l’adozione di strategie comuni e misure concrete volte a salvaguardare un Pianeta sempre più a rischio.

La sostenibilità è la capacità della Terra di continuare a sostenere lo sviluppo delle Civiltà, una capacità limitata perché non tutte le risorse naturali sono inesauribili. Quando la popolazione mondiale comincia a ‘sovrasfruttarle’ intacca quelle del futuro, ai danni delle generazioni prossime.
Il destino non è segnato, ma è possibile cambiarlo attraverso comportamenti virtuosi. In questo, le famiglie possono giocare un ruolo decisivo.

Quanto sono sostenibili le famiglie italiane?

Da un sondaggio è emerso che negli ultimi 5 anni circa il 60% delle famiglie ha cambiato atteggiamenti ‘a monte’, in termini di scelte più sostenibili e consumi più attenti e green.
Tra i comportamenti modificati spiccano quelli relativi alla raccolta differenziata. La gestione dei rifiuti, infatti, è stata indicata dal 37% circa degli intervistati come la pratica più diffusa sul tema dell’impatto ambientale. Tra le nuove abitudini sostenibili delle famiglie, invece, troviamo, con un 24%, la riduzione dell’uso di contenitori, bottiglie e stoviglie di plastica monouso. Seguono con il 19% un maggiore controllo su consumo di acqua ed energia elettrica, mentre per il 9% si presta maggiore attenzione all’uso di mezzi che non inquinano come bici, bus elettrici e circolazione a piedi. Il 7%, infine, dedica più cura alla provenienza del cibo acquistato.
Non è un caso che le percentuali più rilevanti siano relative a temi sui quali si è maggiormente concentrata l’informazione e la sensibilizzazione, creando giorno dopo giorno una cultura del rispetto.
C’è, però, ancora tanto da fare.

Da dove iniziare?

Si parta dagli adulti, che spesso sono i primi a dover essere convinti della bontà di certe azioni e della loro utilità.
Troppi sono i luoghi comuni diffusi che diventano un deterrente a condotte virtuose, come troppe sono le comodità che si fa fatica a dismettere a beneficio di percorsi di vita più green.
Pur di fronte a un aumento dell’attenzione per i temi e i problemi ambientali, i cittadini-consumatori non cambiano i loro comportamenti e le loro abitudini, o lo fanno in maniera insufficiente.

Cosa si può fare di più nel piccolo di ogni giorno?

Anzitutto,

ridurre il consumo di energia elettrica con piccoli accorgimenti che aiutano anche a risparmiare in tempi difficili come quello attuale (spegnere le luci quando non servono, utilizzare lampadine a risparmio energetico, non lasciare cellulari, tablet o pc in carica oltre il necessario, non lasciare tv o computer in modalità stand-by, utilizzare gli elettrodomestici solo se servono effettivamente, negli orari nei quali costa meno e con programmi a basse temperature);
ridurre gli sprechi d’acqua, controllando perdite di rubinetti e tubature difettose e limitando inoltre il più possibile l’acqua in bottiglia acquistata in negozio;
utilizzare borse di stoffa per la spesa, o al massimo usare quelle biodegradabili, sempre più diffuse;
puntare al riutilizzo, nella forma del riciclo personale, fatto in casa riutilizzando in altra maniera oggetti che non sono più usati per aver esaurito la loro utilità principale (barattoli di vetro, contenitori, bustine di tè, bucce di frutta e ortaggi), o della raccolta differenziata;
cambiare abitudini per pannolini e assorbenti, difficilissimi da smaltire (sono in commercio pannolini lavabili o eco-compatibili; per i prodotti destinati alle donne, ormai sono sempre più numerosi le aziende che propongono prodotti biodegradabili e ipoallergenici o addirittura soluzioni di slip in cotone già pronti con strati di assorbenti solo da lavare e riutilizzare);
ottimizzare il riscaldamento con termostati intelligenti in grado di gestire autonomamente l’accensione e la temperatura, ma soprattutto rimodulare le temperature impostate o spegnerli quando possibile, adottando politiche di accensioni flessibili legate alle temperature effettive;
fare un uso responsabile dei mezzi di trasporto, favorendo, ove possibile le auto elettriche, il car pooling o le biciclette, e utilizzando di più i mezzi pubblici;
condurre una vita più green in casa, facendo uso di detersivi ecologici, strumenti di pulizia riciclabili o comunque non dannosi per l’ambiente, e di prodotti naturali per la pulizia (aceto bianco, bicarbonato, olii essenziali e acido citrico ossia succo degli agrumi);
mangiare in modo intelligente, cioè scegliere alimenti di stagione e a km0 (per chi può sarebbe utile avere un piccolo orto, che a volte si ricava anche con vasi sui balconi se non si ha la fortuna di un giardino o partecipare ai gruppi di acquisto di prodotti locali, oppure ancora oggi aderire alle iniziative sempre più diffuse di adottare piccoli orti);
fare una spesa intelligente, evitando tutto ciò che è imballato o inscatolato per confezionare i prodotti e preferendo prodotti sfusi quando possibile.

Si parta da qui, da piccoli ma preziosi gesti quotidiani, che diventino sane abitudini di vita.

La sostenibilità ambientale va insegnata sia in famiglia che nelle scuole.
Il cambiamento richiede buoni esempi, che siano da monito e sollecitazione anche per le nuove generazioni, quelle che più di altri dovranno affrontare il mutamento climatico e che oggi chiedono, a giusta ragione, maggiore sensibilità.



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