LE DROGHE DELLO STUPRO

LE DROGHE DELLO STUPRO

Un’emergenza ignorata

Tanti sono i recenti fatti di cronaca che hanno sullo sfondo l’uso di sostanze finora poco conosciute come GHB, GBL e BD, molto simili tra loro e meglio note come ‘Gocce KO’, ‘Liquid Ecstasy’ o ‘droghe dello stupro’.
Nato originariamente come farmaco per diminuire la compulsione dall’alcool, il GHB, in particolare, è divenuto in poco tempo la ‘regina’ delle droghe.

Potentissime, facili da reperire, incolori e inodori, queste sostanze si presentano anche in forma liquida e, ad arte mixate con sostanze alcoliche, rendono la vittima manipolabile e la privano di capacità volitiva.

Le particolari caratteristiche le rendono difficilmente intercettabili e per questo è fortemente raccomandato a chi assume drink nei locali, in special modo a donne e giovani, di non lasciare mai incustodito il proprio bicchiere. Queste sostanze inducono euforia già quindici minuti dall’assunzione e, a dosaggio elevato, provocano nausea, stordimento, incoscienza ed insufficienza respiratoria. Al risveglio, non si ricorda più nulla.

Il consumo occasionale di queste droghe non genera dipendenza, ma già dalla terza o quarta dose si verifica nel soggetto una sindrome da astinenza. La cronaca racconta di ragazzi giovanissimi che, nel giro di poche settimane, si sono ritrovati ad essere dipendenti senza aver mai assunto altre droghe in precedenza.
Un uso prolungato procura danni gravi quali alterazione del sistema immunitario, carenza vitaminica, rischio di polmonite virale, e malattie epatiche e cardiache, con annesso rischio di trombosi.

L’industria chimica produce grandi quantitativi di GBL e BD per la fabbricazione di prodotti come vernici o articoli per l’edilizia. Sono contrassegnate come «pericolose per la salute» e, dal 2002, la Legge sugli stupefacenti ne vieta il commercio non industriale e il consumo di GHB e GBL.
Ma i ‘pusher 2.0’ si muovono nel mercato del dark web, ordinando decine di flaconi di GBL da ogni parte del mondo, per poi rivenderli nelle principali piazze italiane. Un mercato in continua espansione che ha già raggiunto salotti vip, locali della movida, scuole e red carpet di eventi artistici.
Anche l’acquisto per uso personale avviene prevalentemente online, spesso su siti che commercializzano detergenti.
Il GHB è estremamente economico: il costo di una dose oscilla tra i 3.00 e i 5.00 euro.

Negli ultimi tre anni i sequestri di GBL e sostanze simili sono triplicati. Fino ad ottobre di quest’anno, il totale è di quasi 50 litri, più 12 chili in polvere.
Nonostante l’aumento di sequestri, contrastare questo tipo di droghe risulta molto complesso. Basti pensare che in alcuni Paesi, come l’Olanda, il GBL è assolutamente legale e viene utilizzato per smacchiare abiti. E ancora, in Germania queste sostanze sono utilizzate per pulire cerchioni e carrozzerie; in Francia per dare maggiore stabilità allo yogurt.
In Italia, la Capitale risulta essere punto nevralgico e centro principale di importazione.

Ma cosa c’è alla base di una così celere diffusione?
Come al solito, desiderio di ‘sballo momentaneo’ e trasgressione.
Non ha aiutato l’emergenza pandemica, che ha contribuito in maniera significativa all’aumento del disagio sociale e, insieme, dell’uso di droghe; vi è stata un’impennata a dir poco vertiginosa, pari al 446% in più (e, in particolare, nella fascia 18-24 anni), anche dell’abbinato abuso di alcool.

Recentemente, tre studentesse di Miami hanno perfezionato un interessante progetto, già realizzato nel 2011 da due professori di Tel Aviv.
Si tratta della c.d. ‘Smart Straw’, una cannuccia capace di rilevare sostanze stupefacenti nei drink. A differenza del primo prototipo in grado di intercettare solo Ketamina e GHB, quello messo a punto dalle tre ragazze americane permette di rilevare, attraverso due tester che diventano blu a contatto con determinate sostanze, tutte le altre droghe abitualmente utilizzate da chi intende stordire le vittime.
Mentre si attende il brevetto, ci si prepara a una raccolta fondi sulla piattaforma Kickstarter, che finanzia progetti creativi, e si auspica una celere commercializzazione per verificare il successo dell’idea sul mercato. Da un primo sondaggio realizzato su un gruppo di studenti universitari, l’85% degli intervistati comprerebbe la Smart Straw.

In ogni caso, l’intervento più efficace è, come sempre, quello che interviene sul formante culturale.
Con riferimento al costante aumento dell’uso di droghe, soprattutto di quelle sintetiche, facili da reperire e a basso costo, la Scuola gioca un ruolo fondamentale.
Sarebbe opportuno:
– che in ogni istituto della Scuola secondaria di primo e secondo grado fossero inserite nel programma annuale lezioni mirate, gestite da professionisti del settore, per spiegare i rischi connessi all’uso di queste sostanze, stimolare il confronto tra i ragazzi e metterli in guardia sulle possibili conseguenze dovute a un loro consumo abituale;
– assicurare la presenza di uno psicologo come figura stabile nelle Scuole, a sostegno di ragazzi e insegnanti, capaci di captare quei segnali che, per svariati motivi, sfuggono alle famiglie;
– focalizzare l’attenzione sulla tematica attraverso campagne di sensibilizzazione, con il supporto di medici di base ed associazioni del territorio.

Bambini e adolescenti necessitano di punti di riferimento, dello stimolo a praticare sport, ad approcciarsi alla musica, alla danza o a qualsiasi altra forma d’arte, a vivere di Cultura e a esprimere capacità e talenti. A essere tenuti al riparo da tutto ciò che ‘oscura la loro luce’.



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