Meritocrazia Italia propone un nuovo patto tra turismo e territorio

Meritocrazia Italia propone un nuovo patto tra turismo e territorio

L’Italia custodisce città d’arte straordinarie e borghi carichi di storia che raccontano il volto più autentico del Paese. Oggi, più che mai, serve costruire un nuovo patto tra turismo e territorio, che coniughi bellezza, identità e futuro.
I borghi più belli rischiano di restare cartoline statiche se non si interviene seriamente su infrastrutture, viabilità, gestione dei rifiuti, digitalizzazione, mobilità pubblica e sicurezza.

Esistono esperienze virtuose. Il Touring Club Italiano assegna la Bandiera Arancione a quei borghi che coniugano accoglienza e tutela. La rete Cittaslow punta sulla lentezza, la qualità della vita, l’artigianato e il cibo locale. In Abruzzo, il progetto Borghi – Viaggio Italiano ha valorizzato le aree interne attraverso itinerari, eventi e fondi europei. A Santo Stefano di Sessanio, un modello di albergo diffuso ha recuperato case abbandonate e rilanciato l’economia locale. A Castelmezzano, in Basilicata, il turismo esperienziale è stato capace di attrarre visitatori da tutta Europa senza snaturare l’identità del borgo, valorizzando l’ambiente, l’artigianato e le tradizioni locali. Un modello di crescita lenta, coerente con il paesaggio e con le comunità.
Nonostante questi segnali positivi, molte città d’arte stanno perdendo la loro anima, mentre decine di borghi restano marginalizzati o si riducono a semplici vetrine turistiche, senza servizi, governance o prospettiva. I centri storici più grandi soffrono di overtourism, che svuota la vita quotidiana, aumenta il costo della vita e snatura il tessuto urbano. I borghi più piccoli, invece, ricevono visitatori spesso in modo disordinato, senza infrastrutture né un coinvolgimento reale delle comunità. Alcuni progetti di recupero diventano strumenti di speculazione, generando costi elevati, gestione inefficiente e scarsa sostenibilità nel lungo periodo. Servono scelte chiare, governance partecipata, monitoraggio dei flussi e promozione equilibrata. Serve, soprattutto, una visione.

Ciò considerato, Meritocrazia Italia propone di
– introdurre un obbligo di definire una quota minima nazionale di borghi e piccoli centri certificati, attraverso marchi come Bandiera Arancione, Cittaslow o analoghi riconoscimenti pubblici. Ogni Regione dovrà garantire un numero minimo di località rigenerate, accessibili e gestite con criteri di qualità. Laddove si riscontri overtourism, bisogna diversificare i flussi e spostare attenzione e risorse verso i borghi meno noti, valorizzando il capitale umano e culturale presente;
– prevedere elementi meritocratici obbligatori nei bandi pubblici per interventi nei borghi: progetti di recupero autentico, alberghi diffusi, coinvolgimento delle associazioni locali, innovazione culturale e digitale. Solo chi dimostra impatto sociale, ambientale e qualità operativa deve accedere a contributi pluriennali;
– stanziare finanziamenti pubblici assegnati esclusivamente a chi opera con trasparenza, radicamento e risultati misurabili;
– definire sistemi di monitoraggio dei flussi turistici, come quello già sperimentato a Dozza (Emilia-Romagna), per gestire l’impatto dei visitatori, pianificare servizi e garantire vivibilità;
– potenziare le connessioni tra borghi e città d’arte, attraverso itinerari integrati, trasporti pubblici efficienti, percorsi ciclabili e servizi digitali;
– potenziare i servizi essenziali: banda larga, viabilità locale, illuminazione pubblica, pulizia urbana, trasporto su richiesta e sicurezza;
– lavorare a una governance aperta e multilivello, dove le Pro Loco siano solo uno degli attori del sistema insieme alle APT (Aziende di Promozione Turistica), alle associazioni di albergatori, alle reti culturali, agli Enti del Terzo Settore riconosciuti dal D.Lgs. 117/2017, alle scuole e ai giovani professionisti del territorio;
– valorizzare strumenti come il portale nazionale www.italia.it, realizzato con i fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) dal Ministero del Turismo, con l’obiettivo di mettere in rete territori, imprese e contenuti locali. Iniziative digitali come questa devono essere partecipate, accessibili e rese davvero efficienti, grazie anche al coinvolgimento attivo degli operatori locali e delle comunità.

Stop war.



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