MPS E UE: ESISTE REALMENTE L’UNIONE BANCARIA?

MPS E UE: ESISTE REALMENTE L’UNIONE BANCARIA?

Per una finanza stabile

Dopo il fallimento della trattativa su Monte Paschi tra MEF e Unicredit, è indispensabile che l’Europa conceda più tempo per la ricerca di nuovi potenziali acquirenti.
Il confronto è naufragato perché, se il Governo ipotizzava un versamento da parte del MEF di 2-3 miliardi di euro per ricapitalizzare MPS, Unicredit chiedeva più del doppio; andavano aggiunti 2,2 miliardi di euro in forma di crediti d’imposta.

La Commissione Europea concederà una proroga adeguata per consentire soluzioni di mercato a tutela del marchio della quarta banca italiana, dei livelli occupazionali e dei risparmi degli italiani?

Si registra una generale fiducia rispetto alla possibilità di ottenere un rinvio per cedere il 64% di MPS, ma si è allo stesso tempo consapevoli che l’Unione europea chiederà misure compensative, impegni più forti e garanzie più solide per una privatizzazione più rapida che metta fine agli aiuti di Stato.
Le misure richieste potrebbero essere tagli aggiuntivi al personale, dismissione di sportelli e asset e addirittura una nuova governance dell’istituto bancario.
Il direttore generale ha affermato che tra le priorità del Ministero v’è la salvaguardia dell’occupazione, ed eventuali futuri ulteriori tagli si concretizzeranno solo attraverso esodi volontari.
Non può restare al margine la salvaguardia dei lavoratori e dei risparmi dei cittadini, che merita invece attenzione prioritaria.

Ma quale è il ruolo effettivo dell’Unione Europea nella gestione di questa situazione?

Monte dei Paschi non ha raggiunto del tutto gli obiettivi di riduzione dei costi concordati con l’Europa con il piano di ristrutturazione del 2017.
Un contributo determinante alla crisi è pervenuto anche dal cosiddetto doom-loop, il forte indebitamento dei Governi e il possesso da parte delle banche in crisi delle obbligazioni emesse dai loro stessi governi.

Uno degli obiettivi dell’Unione Bancaria Europea era proprio quello di allentare la connessione tra Governi e banche, ma, nonostante i progressi nella creazione di un meccanismo di vigilanza a livello europeo, che ha permesso un controllo più efficace, la gestione del processo di risoluzione rimane di competenza nazionale.
Il meccanismo di risoluzione unico esistente finora è stato attivato solo di rado.
Il problema principale è dato proprio il fatto che, anziché essere utilizzato per affrontare i problemi legati alle perdite e imporre un’efficace ristrutturazione delle banche europee nel 2014, il nuovo quadro normativo è stato applicato dal sistema bancario che si stava occupando delle conseguenze della crisi finanziaria globale e del debito europeo.
Il meccanismo di vigilanza è europeizzato, ma i legami tra le banche e i politici locali e nazionali hanno di fatto mantenuto il meccanismo di risoluzione a livello nazionale e si ricorre ancora ai salvataggi come soluzione di default.

Si rivela sempre più fondamentale giungere a ottenere un settore bancario effettivamente e concretamente europeo, e completare l’unione bancaria, istituendo un’assicurazione europea dei depositi e un backstop per il fondo di risoluzione, individuando poteri di risoluzione più forti a livello europeo che permettano interventi più rapidi e incisivi.
Ci si dovrebbe concentrare sulla costruzione di una finanza efficace e stabile, piuttosto che cercare di preservare modelli ormai non più sostenibili.
Sta anche all’Europa dimostrare di essere in grado di creare servizi finanziari sostenibili.
Questo vuol dire che è essenziale abbandonare politiche ispirate unicamente a logiche di potere divisive e contrarie al principio di equità sociale, ancora di più in ambito finanziario e bancario.



<p style="color:#fff; font-weight:normal; line-height:12px; margin-bottom:10px;">Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso consulta la nostra Privacy Policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.</p> Leggi la nostra cookie policy

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi