No all’invasione dei centri storici: Meritocrazia Italia chiede patti territoriali per gli artigiani
L’Italia non può continuare ad assistere in silenzio al lento ma costante dissolversi del suo tessuto artigiano, cuore pulsante del Made in Italy e anima autentica dei nostri territori.
Ogni bottega che chiude è un pezzo di storia che si spegne, un saper fare che si perde, un’opportunità di lavoro e di dignità che svanisce. Sempre più spesso, al posto di laboratori e negozi che custodivano il genius loci delle città, soprattutto nei centri storici, compaiono vetrine anonime e mercanzie di infima qualità, spesso provenienti da mercati esteri che nulla hanno a che vedere con la tradizione italiana. È una colonizzazione commerciale che impoverisce l’offerta turistica e svilisce l’identità dei luoghi, sostituendo valore con quantità, cultura con plastica, storia con cliché.
Meritocrazia Italia denuncia con forza questa deriva e chiede un cambio di rotta: occorre una strategia nazionale che restituisca centralità alle microimprese artigiane, non come residui di un passato romantico, ma come pilastri di un futuro sostenibile, innovativo e meritocratico. È tempo di costruire veri patti territoriali che uniscano istituzioni, comunità locali e imprese per ridare vita ai centri storici e garantire un futuro al lavoro artigiano.
A tal fine si propone di:
– istituire un Piano Nazionale per la Rinascita Artigiana e la Rigenerazione dei Centri Storici con risorse dedicate e governance partecipata Stato-Regioni-Comuni-associazioni di categoria;
– creare zone commerciali a tutela storica nei centri che favoriscano l’insediamento prioritario di botteghe artigiane, laboratori locali e attività autenticamente legate al Made in Italy;
– introdurre obblighi di tracciabilità e certificazione d’origine per tutti i prodotti venduti come “artigianato” o “tipico”, con sanzioni per chi inganna i consumatori;
– lanciare un Fondo micro-impianti e botteghe per agevolare l’apertura e la riqualificazione di spazi artigianali nei centri storici, con contributi a fondo perduto e affitti calmierati iniziali;
– promuovere mercati selezionati e festival del saper fare che diano visibilità al vero artigianato e colleghino produttori locali a circuiti turistici e buyer internazionali;
– sostenere l’aggregazione territoriale (consorzi, cooperative, distretti) per consentire economie di scala, marketing collettivo e accesso agevolato a credito ed export;
– attivare sportelli comunali digitali per la semplificazione amministrativa dedicati alle botteghe artigiane, con tempi certi e procedure accelerate;
– rafforzare i programmi di formazione duale e borse mestieri per giovani e apprendisti, con incentivi alle imprese che li assumono e li formano;
– avviare campagne di educazione al consumo responsabile per turisti e cittadini, spiegando il valore dei prodotti locali rispetto al souvenir usa e getta;
– istituire premi annuali al “Laboratorio del Merito” per le botteghe che meglio coniugano tradizione, innovazione, sostenibilità e impatto territoriale;
– prevedere incentivi fiscali e agevolazioni ai proprietari di locali commerciali nei centri storici che scelgono di affittare i propri spazi a veri artigiani locali, rendendo economicamente più conveniente sostenere il valore territoriale rispetto alla mera logica del profitto a breve termine.
Stop war.
