OCCUPAZIONE FEMMINILE IN PUGLIA

OCCUPAZIONE FEMMINILE IN PUGLIA

In un incontro sull’occupazione femminile promosso dalla CGIL, secondo i dati ISTAT analizzati dal sindacato, la Puglia è tra le prime cinque regioni in Europa per divario di genere.
Il tasso di occupazione maschile è del 60,7%, mentre quello femminile supera di poco il 33%.
Tra le provincie italiane con il divario più alto, la prima è Taranto, BAT è sesta, Foggia nona.
In linea con i dati nazionali, nella Regione le donne percepiscono il 10% di retribuzione in meno rispetto agli uomini. La pandemia ha aggravato sicuramente la situazione. Infatti, i settori più colpiti sono stati quelli che vedono la maggiormente occupate le donne (commercio e turismo), perché la crisi ha impedito proroghe o rinnovi di contratti a carattere stagionale o comunque determinati.

Imprenditoria femminile: dati confortanti nel settore agricolo

Sono 77.621 le aziende femminili attive in Puglia, sul totale di 328.672 imprese attive.
Questa la suddivisione per settore:
– agricoltura, silvicoltura e pesca: 23.546 aziende attive;
– commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli: 21.903;
– attività di servizi alla persona: 6.951;
– attività dei servizi alloggio e ristorazione: 6.670;
– attività manifatturiere: 4.355;
– costruzioni: 2.635;
– noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese: 2.147;
– attività professionali, scientifiche e tecniche: 1.609.
A seguire i settori meno rappresentativi (rilevazioni del Centro studi di Confartigianato Imprese Puglia).

Più in generale, in tutta la Puglia, proprio grazie alle donne imprenditrici c’è stato un deciso avanzamento dal punto di vista dell’innovazione e dell’incremento del valore aggiunto, soprattutto nelle filiere attinenti alla vitivinicoltura, all’olivicoltura e all’integrazione tra agricoltura e turismo.
C’è da evidenziare che, con 23.546 imprese agricole attive a conduzione femminile, la Puglia, in Italia, è seconda soltanto alla Sicilia (24.932) per numero di aziende rosa nel comparto primario.

Nella classifica settoriale per provincia, inoltre, la Puglia detiene il primato assoluto con Foggia, dove sono ben 8.490 le imprese agricole rosa.

Molto positivo anche il dato delle altre province pugliesi: Bari e Bat, insieme, si attestano a quota 7.273, Taranto 3.211, Lecce 2667, Brindisi 1.905.

E’ la provincia di Lecce, però, quella che ha fatto segnare la crescita più significativa delle imprese attive guidate da donne negli ultimi 5 anni, con 167 in più tra il 2015 e il 2020.

In Puglia, il numero complessivo delle aziende agricole attive condotte da donne rappresenta il 30,57% del totale.

Ma sul lavoro delle donne pesano ancora, come macigni, alcune problematiche per le quali si stenta a trovare soluzioni soddisfacenti e, soprattutto, capaci di avviare al superamento delle stesse.
Ci si riferisce a:
– conciliazione dei tempi di lavoro e di vita familiare, spesso difficile da realizzare, con conseguente sacrificio delle aspirazioni professionali delle donne e con evidente danno per il mancato valore aggiunto prodotto sia in termini economici (per la famiglia), sia in termini di qualità e creatività (per la comunità);
– impatto della genitorialità e dell’assistenza per infermi ed anziani, ancora prevalentemente appannaggio dell’impegno femminile,
– ingresso e permanenza delle donne nel mercato del lavoro, come conseguenza delle tematica precedente, e di altre condizioni di fragilità;
– divario retributivo di genere, ancora presente e diffuso in molti contesti lavorativi, che rappresenta una palese ed ingiustificata forma di discriminazione. E’ condivisa l’idea che la condizione del lavoro femminile sia spesso inconciliabile, per mancanza di strutture e servizi adeguati, con il ruolo di madre. La partecipazione delle donne al mercato del lavoro è messa in seria difficoltà a causa della loro condizione familiare e dalla presenza di figli. A tutto questo si aggiunga un costante divario retributivo di genere.

Come colmare il gap 

Si tratta di intervenire, perseverare ed accelerare alcuni processi di riforma.
Indispensabile è operare sotto diversi profili:

– agevolare l’accesso delle donne alla formazione sulle materie STEM, che garantiscono, in prospettiva, una più ampia opportunità di occupazione;
– migliorare e potenziare le normative per una condivisione più equa dei diritti ai congedi per motivi familiari fra donne e uomini;
– migliorare qualità ed entità dei vantaggi per le assunzioni delle donne, e per il rientro delle stesse dopo maternità o altri situazioni di rilevanza familiare;
– agevolare la flessibilità nell’organizzazione del lavoro (smart working);
– aumentare l’investimento nel welfare aziendale.

Sono questi gli ambiti nei quali la Regione Puglia dovrebbe intensificare l’impegno, per creare nuove possibilità occupazionali anche a livello imprenditoriale al fine di contribuire all’aumento dell’occupazione femminile e di promuovere le pari opportunità.

Esemplificativi, per lo scopo, sono stati due interventi della Regione Puglia finalizzati a conciliare l’incremento dell’occupazione femminile, senza trascurare le esigenze aziendali di incrementare la produttività, ottimizzare i processi, migliorare la capacità di risposta alla variabilità del mercato, ridurre l’assenteismo:
– “Attivazione di un Piano di Innovazione Family Friendly nelle PMI”, rivolto alle micro piccole e medie imprese e ai liberi professionisti;
– “Promozione del welfare aziendale e della flessibilità nelle PMI”, indirizzato agli enti bilaterali per far conoscere alle imprese lo spettro delle possibilità legate al welfare aziendale e alla conciliazione vita-lavoro ad esse destinate.

L’auspicio è per un rinnovato impegno della Regione Puglia e del Governo Draghi, perché si consolidino al più presto tutte le situazioni in grado di evitare l’ulteriore aggravarsi dell’attuale situazione, garantendo il diritto delle donne di partecipare attivamente alla vita lavorativa e professionale del Paese.

In chiusura.
Non si contano gli esempi di Donne d’ispirazione, che, con il loro impegno, hanno contribuito a sviluppare il valore economico, professionale e sociale della nostra regione.

Secondo la Rivista Forbes, tre nomi pugliesi spiccano tra le 100 donne di successo nel 2020:

Luisa Rizzitelli, 52 anni, ha costruito la sua carriera lontano da Barletta, città alla quale resta però sempre legata con il cuore. Giornalista da più di 25 anni, è esperta di comunicazione, marketing, eventi e relazioni istituzionali, tanto che nel 2003 le è stato consegnato il Premio Marisa Bellisario sezione Manager. Attualmente è amministratrice e proprietaria della “Communis srl” con la quale cura la comunicazione, media relations e social marketing per diversi clienti, tra cui la storica associazione nazionale antiviolenza Telefono Rosa. Appassionata di diritti civili, in particolare dei diritti di genere e dei diritti delle atlete agoniste, si è sempre dedicata a volontariato e allo sport. Per il primo ha fondato e presiede l’associazione Assist per la tutela dei diritti delle donne nello sport, in tutte le discipline sportive. Sempre nello sport ha organizzato diversi eventi importanti tra i quali a Barletta, sulla spiaggia del Brigantino, il campionato italiano di beach volley.

Barbara Jatta, storica dell’arte e museologa, 59 anni, sposata e con tre figli, è nata a Roma dove ha sempre vissuto, ma le sue origini sono legate a Ruvo di Puglia alla famiglia cui è dedicato il museo della città pugliese. Ed è proprio in Puglia, tra Ruvo e il Salento, che ha trascorso le estati dell’infanzia. Come riporta la stessa rivista Forbes Italia (edizione italiana della rivista economica statunitense più nota al mondo, fondata nel 1917, di cui sono famose proprio le classifiche, oltre ad articoli a tema imprenditoriale), nel 2017 è stata chiamata da Papa Francesco a dirigere le collezioni pontificie, ricoprendo un incarico più che prestigioso anche perché è la prima donna a farlo. Da venti anni era responsabile del Gabinetto delle stampe della Biblioteca apostolica vaticana, dove si è fatta apprezzare per la sua professionalità. Ha iniziato la carriera insegnando per poi collaborare con l’Istituto nazionale per la grafica prima di arrivare al Vaticano.

Emma Marrone, salentina di 36 anni, la cui carriera è esplosa nel mondo musicale dopo la vittoria della XI edizione del talent show “Amici di Maria De Filippi” nel 2010 e la vittoria al Festival di Sanremo nel 2012 con il brano “Non è l’inferno” preceduta nel 2011 con la seconda posizione, allo stesso festival ligure, con “Arriverà” cantato con i Modà, in dieci anni di successo è riuscita a scavalcare le classifiche con diversi brani dimostrando sempre grande professionalità e amore per la musica, senza mai dimenticare l’attaccamento al Salento sua terra di origine.

Non meno famose e sicuramente degne nota:

Teresa Bellanova, di Ceglie Messapica, già Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Dal 1º marzo 2021 ricopre l’incarico di viceministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili nel governo Draghi.

Loredana Capone, leccese, prima donna ad occupare la carica di Presidente del Consiglio Regionale.

Flavia Pennetta e Roberta Vinci, nate a 65 km di distanza l’una dall’altra, brindisina la prima, tarantina la seconda, hanno dato lustro allo sport italiano nel mondo per essere state le protagoniste del derby “tutto pugliese” nella finale degli US Open 2015.



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