PER UN SANO SVILUPPO EMOTIVO NELLA SCUOLA

PER UN SANO SVILUPPO EMOTIVO NELLA SCUOLA

Scuola e famiglia sono il luogo in cui si sviluppano la personalità e la maturazione culturale di un individuo. Sono realtà complementari.

Sono ambienti privilegiati di emersione, ma anche di individuazione, di disturbi che possono dare luogo a patologie conclamate (disturbi alimentari, consumo di alcol e droghe, autolesionismo, comportamento dirompente, bullismo e cyberbullismo).

I disagi relazionali che si manifestano in modo sempre più marcatamente conflittuale non solo all’interno del gruppo classe e nelle relazioni docente-studente, ma anche tra adulti (genitori-insegnanti, genitori-dirigente scolastico, ecc.), talvolta anche con atti di violenza verbale e fisica, rendono necessario il ricorso a figure di riferimento adeguate al supporto.

Fondamentale si può rivelare l’intervento di psicologo e del mediatore familiare, da prevedere in ambito scolastico in maniera stabile e continuativa, con possibilità di collaborazione con esperti che abbiano competenze complementari (Polizia Postale, tecnici informatici in caso di cyberbullismo, nutrizionisti per interventi sui comportamenti alimentari, etc.).

Lavorare in un sistema complesso come quello della scuola comporta per queste figure professionali la necessità di un bagaglio di competenze trasversali e complementari oltre a quelle già acquisite, che vanno dalla conoscenza delle norme che regolano il funzionamento della scuola, alla deontologia professionale, alla consapevolezza etica circa i diversi passaggi del suo operato.

Verso la metà degli anni ’90 del secolo scorso, due documenti del Ministero della Pubblica Istruzione hanno definito i CIC come Centro di Innovazione e Cittadinanza, Informazione Consulenza. Per questo sono divenuti progressivamente spazi di condivisione di esperienze, proposte ed idee, con partecipazione alla vita della scuola, rafforzamento del senso di appartenenza alla scuola e al territorio, e con la finalità di costruire un’azione dialogica tra le generazioni e promuovere il benessere delle persone e della comunità. Sebbene la struttura dei CIC sia ancora presente con questa denominazione in diversi istituti scolastici, negli ultimi venti anni il servizio di informazione e consulenza è gradualmente mutato in strutture di ascolto psicopedagogico, comunemente conosciute come sportello di ascolto. Lo ‘sportello d’ascolto‘ tenta sempre più di rispondere a un bisogno di informazione e ascolto di tutti gli attori della scuola, quindi non solo studenti e insegnanti, ma anche famiglie, dirigente scolastico, personale ausiliario. La genericità della denominazione ‘sportello d’ascolto’ può procurare fraintendimenti sulla funzione dell’istituto.

Coinvolgendo la dimensione personale, emotiva, cognitiva, comportamentale e relazionale, l’ascolto psicologico necessita sempre, oltre che di capacità empatica, di conoscenze scientifiche su metodi e strumenti di conduzione di un colloquio.

La mediazione scolastica, in particolare, mira a considerare e comporre i conflitti che si sviluppano dentro e fuori le aule, tra allievi e allievi, docenti e allievi, docenti e docenti, come pure tra allievi o docenti e genitori degli allievi, aiutando a ridurre le tensioni che, partendo dalla famiglia, possono sorgere tra i membri della comunità scolastica, nel rispetto delle singole esperienze e motivazioni, ai fini di ripristinare e conservare scambi costruttivi sul piano umano, individuale e sociale.

Si è in particolare assistito a un cambiamento nella concezione dei processi di apprendimento, fortemente connessi alle componenti emotive, affettive e relazionali. Inoltre, come testimoniato da recenti casi di cronaca, si assiste allo sviluppo di un crescente malessere, individuabile a più livelli – dagli alunni, ai genitori, agli insegnanti –, nonché a una difficoltà di relazione tra i vari protagonisti.

Alla luce di tali considerazioni, per una scuola in continuo mutamento che è chiamata a rispondere ad esigenze diversificate e complesse, occorre ripensare ad una Psicologia in azione dentro la scuola, con un intervento rinnovato, nel quale si rivela essenziale e necessaria una risposta proveniente da una specifica professionalità: quella dello psicologo scolastico, coadiuvato da altre figure altrettanto formate come il medico-nutrizionista o il mediatore scolastico.

Il supporto emotivo, cognitivo e relazionale è alle basi dello sviluppo della personalità dei giovani, la quale tende a formarsi nella tarda adolescenza. Il periodo precedente ad essa è quello che racchiude le fragilità e le incertezze che se non viste possono diventare pervasive e sviluppare nell’adulto di domani difficoltà importanti nella gestione del quotidiano. La scuola, la famiglia, il gruppo dei pari, gli insegnati sono tasselli di un puzzle fondamentale per la realizzazione della propria irriducibile umanità. Non incastrare il giusto tassello (o inserirlo male) non permetterebbe al quadro generale di prendere forma, non permettendo al ragazzo di riconoscersi e di affrontare adeguatamente le sfide della vita.

Riflettere su questo e trovare tempestive soluzioni vuol dire dare l’opportunità al sistema scolastico di contribuire enormemente alla crescita individuale del bambino poi dell’adolescente e poi dell’adulto.

Di BARBARA PAOLI e MARINA BARDANZELLU



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