Per un turismo sicuro

Per un turismo sicuro

L’importanza dello studio dei rischi e della prevenzione

Mercoledì 4 ottobre è stata presentata la Relazione annuale Inail 2022 su andamento di infortuni e malattie professionali, attività realizzate dall’Istituto sui fronti della ricerca, della prevenzione, della riabilitazione e degli investimenti, risultati economici conseguiti e obiettivi strategici per il futuro.

Nel 2022 sono stati denunciati all’Inail 703.432 infortuni sul lavoro, circa 139mila in più rispetto agli oltre 564mila del 2021. I casi mortali sono in calo: le denunce di infortunio con esito mortale sono state 1.208, con un decremento del 15,2% rispetto alle 1.425 del 2021. Come evidenziato dal commissario straordinario, quello di sanità e assistenza sociale è il settore di attività più colpito, a causa dei numerosi contagi da Covid del 2022. Al netto delle infezioni, però, il primo posto spetta alle costruzioni, in cui si registra anche il numero più alto di casi mortali, seguito dai trasporti e dal commercio.

Dall’analisi dei dati del novembre 2022, quasi 8 denunce su 10 riguardano la ristorazione. Quasi la metà delle denunce riguarda i giovani, nella fascia di età under 34 (46%), seguita dai 35-54enni (40%), mentre le professionalità più colpite sono cuochi, camerieri e addetti ai servizi di pulizia.
Nel turismo, la sicurezza gioca un ruolo importante, per i lavoratori e per i turisti.

Quello della sicurezza deve essere un obiettivo prioritario sia per le imprese che per la p.a.
Con il PNRR gli enti pubblici hanno avuto una spinta per investimenti di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico; di messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti e di messa in sicurezza degli edifici, con precedenza per gli edifici scolastici, e di altre strutture di proprietà.

Occorre però anche mettere in evidenza altri aspetti.

Anzitutto, il ruolo fondamentale della progettazione antincendio e della comunicazione.
Dovrebbero essere svolte e rese pubbliche le analisi del rischio, che consentono da un lato al gestore di valutare in anticipo i potenziali rischi e le criticità che possono presentarsi durante un’attività, e dall’altro al pubblico di educarsi alla prevenzione e alla gestione delle emergenze.
Un esempio per tutti: quanti di noi sanno leggere le planimetrie appese nei locali pubblici e fanno attenzione a dove sono le frecce per le uscite di emergenza?
Una gestione informata, sicura ed efficiente degli edifici e luoghi pubblici contribuirebbe a massimizzare le potenzialità del loro utilizzo, proteggendo allo stesso tempo la sicurezza e il benessere delle persone coinvolte.

Ancora, l’essenzialità della pulizia e della manutenzione dei beni pubblici.
Molto spesso agli addetti che si occupano delle pulizie è data poca importanza. I luoghi dedicati ai loro uffici e spogliatoi sono sempre molto ristretti e di difficile gestione. Questo capita negli ospedali come nei luoghi di pubblico spettacolo. E invece questi lavoratori svolgono un ruolo fondamentale per la prevenzione e la salute di tutti. Assicurare loro i luoghi idonei è importante per sé e per gli altri, visto che possono venire in contatto con sostanze pericolose, possono infortunarsi per scivolamenti, movimentazione manuale dei carichi o cadute dall’alto. Gli enti pubblici dovrebbero essere i primi a dare il buon esempio e supportare i fornitori in un rapporto di reciproco beneficio, facilitando i controlli in senso critico costruttivi, verificando le attrezzature di lavoro e vigilando non nelle accezioni negative ma per il miglioramento che avviene solo con rapporti di collaborazione pubblico-privato.

L’urgenza di agire per la gestione dei rischi è ancora più avvertita se si considera che lo studio sulle vulnerabilità e i disastri in Europa (https://drmkc.jrc.ec.europa.eu/risk-data-hub/#/vulnerability-in-europe) considera l’Italia il paese più vulnerabile alle catastrofi naturali.
Per ridurre tale vulnerabilità, sarebbe necessario identificare e affrontare i fattori di pericolo, quasi sempre derivanti da scelte e pratiche di sviluppo economico e urbano inadeguate, e legati al degrado ambientale, alla povertà, alla disuguaglianza e alle istituzioni deboli. Servono misure precise, progettate per ridurre sia la componente “indipendente dal pericolo” (dovuta essenzialmente all’azione dell’uomo) sia quella “dipendente direttamente dal pericolo” (legata agli eventi naturali). Per fare un esempio, nel 1980 le vittime del terremoto in Irpinia sarebbero state molte di meno se le abitazioni fossero state più resistenti, se i soccorsi fossero arrivati immediatamente e fossero stati bene organizzati.

I fondi del PNRR siano ben spesi e si continui ad investire in modo efficiente in prevenzione, formazione, addestramento, simulazioni di emergenze. L’impegno sia profuso a lungo termine, con l’obiettivo di rafforzare le istituzioni, le risorse umane e le infrastrutture secondo un processo integrato tecnico-sociale e politico. Siano elaborati e comunicati i piani integrati organizzativi e gestionali sia di prevenzione, che operativi e di recupero. Si operi una maggiore interazione tra gli ambiti della prevenzione di catastrofi, del cambiamento climatico e della cooperazione allo sviluppo nazional e locale e sollecitiamo una collaborazione più stretta tra tutti gli attori coinvolti.



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