PER UNA SCUOLA DELL’ESSERE, PIU’ CHE DEL SAPERE

PER UNA SCUOLA DELL’ESSERE, PIU’ CHE DEL SAPERE

Un diritto di tutti

Il debutto nella società inizia con l’inserimento scolastico. Il ritmo di vita di ogni studente è scandito dal suono della campanella. La scuola educa, forma, istruisce e ha il dovere di accompagnare ogni persona nelle fasi più delicate dello sviluppo.
La Scuola è vivere la Società.

La l. n. 118 del 1971 generò un vero e proprio cambiamento per le persone con disAbilità in età scolare. Cambiamento dappoi confermato, nel 1977, con l’approvazione della l. n. 517, che, all’art. 7, comma 10, abolì le ‘Classi degli Asini’, differenziali e speciali a priori, a beneficio della migliore integrazione degli alunni con diverse abilità.
Fu l’inizio di una vera e propria Rivoluzione culturale, oltre che pedagogica, diretta a tutelare la «pari dignità e l’uguaglianza davanti alla legge». Seguì l. n. 104 del 1992, per la promozione di autonomia e coesione.

Ma l’obiettivo dell’equo accesso all’Istruzione non è ancora stato del tutto traguardato.

Nell’aggiornamento annuale delle «Misure del Benessere equo e sostenibile dei territori», pubblicato lo scorso 6 settembre, l’Istat rileva che, approssimando, neppure un edificio scolastico su tre è privo di barriere fisico-strutturali che limitano l’accesso fisico a persone con disAbilità. E si evidenziano ampie differenze territoriali: nel Nord la quota di scuole accessibili sfiora il 38%, nel Mezzogiorno il 27,4%.

Le disparità purtroppo prevalgono sulle eccellenze, offuscandole, e influenzando in negativo e rallentando ogni azione concreta di innovazione a risposta alle esigenze rilevate e rivendicate da chi, con fiducia nelle Istituzioni, auspica un futuro migliore per tutti.

Nel Report Istat che censisce l’inclusione scolastica degli alunni con disAbilità, si rileva che nell’a.s. 2019-2020 il numero di alunni con disAbilità frequentanti le scuole italiane è aumentato (+13.000, per un totale di circa 300.000 alunni, il 3,5% degli iscritti), insieme a quello degli alunni con altri bisogni educativi speciali (+60.000, l’11% degli iscritti nella scuola secondaria e il 6,5% nella scuola primaria di primo grado).
È in aumento anche il numero di insegnanti di sostegno, poco più di 176.000, con un rapporto alunno docente pari a 1,7 rispetto ai 2 alunni ogni insegnate previsto dalla l. n. 244 del 2007 (fonte MIUR).

Sempre nel Report Istat si legge che il 37% degli insegnanti di sostegno non possiede una formazione specifica, perché la domanda supera l’offerta e il numero degli insegnanti specializzati copre le esigenze, in costante aumento del 6% circa ogni anno, e che solo più di 57.000 è il numero degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione che affiancano gli insegnanti per il sostegno ossia «operatori specializzati, finanziati dagli enti locali, la cui presenza può migliorare molto la qualità dell’azione formativa facilitando la comunicazione dello studente con disabilità e stimolando lo sviluppo delle sue abilità nelle diverse dimensioni d’autonomia».
Di rilievo, inoltre, il rapporto nazionale alunno/assistente pari a 4,6 alunni per ogni assistente, esso però, in modo non equo per gli studenti con disAbilità, aumenta nel Mezzogiorno fino al 5,5 e scende nelle regioni del Centro e del Nord fino al 4,4.

Il vero e proprio gap dell’Istruzione atipica è nelle parole dell’attore con disAbilità britannico Warwick Davis: «il mondo si preoccupa della disAbilità più delle persone disAbili». Nulla c’è di obsoleto o non attuabile. Basterebbe semplicemente iniziare dall’evitare di prolungare gli innovativi percorsi di miglioramento che, seppur non ritenuti ottimali da tutti, comunque delineano attento progresso.
L’entrata in vigore del ‘nuovo’ PEI (Piano Educativo Individualizzato), come la discussione sulle 25 ore di formazione obbligatoria per tutti gli insegnanti non specializzati che insegnano in classi in cui è presente un alunno con disAbilità, rischia di differire ancora la transizione dell’Istruzione.

Occorrono azioni immediate e trasversali a livello nazionale, partendo:

– dall’attivazione di percorsi di specializzazione intensivi, di qualificazione degli insegnanti, puntando all’aumento del non esaustivo numero delle cattedre in deroga;
– dall’anticipo delle nomine dei docenti a fine giugno, in modo da riuscire a dare avvio all’anno scolastico garantendo continuità educativa e didattica agli alunni;
– dall’incremento dei fondi degli enti locali indispensabili a garantire un adeguato rapporto numerico tra studenti con disAbilità e assistenti all’autonomia e alla comunicazione;
– dalla costituzione di fondi e dalla composizione di programmi di abbattimento delle barriere architettoniche presenti in tutti gli edifici scolastici, a prescindere dalle necessità del momento;
– da un’accelerazione del processo di digitalizzazione, incrementando gli strumenti operativi e tecnologici presenti in ogni istituto scolastico necessari a garantire autonomia e comunicazione a tutti gli studenti con diverse abilità;
– da programmi personalizzati, ritagliati sulle specifiche difficoltà, per facilitare accoglienza e continua integrazione degli studenti disAbili destinati al gruppo Classe di appartenenza, ai docenti e all’intero personale operante all’interno della Scuola.

Nell’epoca della ripartenza, con l’accresciuta consapevolezza nelle nuove esigenze createsi e delle nuove emozioni collezionate, occorre attivarsi, reagire, fare gruppo e unificare gli obiettivi, creare ambienti educativi e didattici sensibili, competenti e sereni, basati sull’unitarietà di intenti e di progettazione.
Serve una Scuola che si faccia Comunità educante accogliente, inclusiva e formativa.
Una Scuola dell’essere, più che del sapere.

 

 

 

 

Fonti:
www.anffas.net
www.disabili.com
www.handylex.org
www.istat.it
www.orizzontescuola.it



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