Primo arbitro donna in serie A: che ogni conquista nella parità di genere si faccia normalità

Primo arbitro donna in serie A: che ogni conquista nella parità di genere si faccia normalità

Il calcio italiano di Serie A accoglie il primo arbitro donna in organico.
Maria Sole Ferrieri Caputi entra nella Commissione Arbitri Nazionale.

Una giovane che ha cominciato ad arbitrare a soli diciassette anni nei campi polverosi di periferia, con pochi tifosi sugli spalti e all’ombra del pregiudizio collettivo. Passione, tenacia e fiducia le hanno consentito di crescere velocemente, dai campionati provinciali e regionali, prima giovanili e poi delle varie categorie, alla Serie D, e alla Serie C. Seconda arbitro donna in Italia dopo Maria Marotta.
Nel dicembre 2021 Maria Sole è entrata nella storia del calcio nazionale divenendo la prima donna a dirigere una gara di Coppa Italia con una squadra di Serie A (Cagliari-Cittadella) nei sedicesimi della manifestazione.

In questi ultimi anni, le donne-arbitro, accompagnate dal sospetto di errore a ogni fischio, a ogni decisione, a ogni valutazione da parte di un settore da sempre considerato prerogativa del mondo maschile, hanno mostrato invece notevoli capacità e competenze. Il movimento arbitrale in Italia è rappresentato da circa 1.700 donne, pari al 6% degli iscritti totali.

Tra i modelli di riferimento la francese Stéphanie Frappart, la prima donna ad arbitrare una partita di calcio maschile in Ligue2, nel 2014, la prima a dirigere una finale di Supercoppa UEFA, nel 2019 (Liverpool-Chelsea), la prima ad arbitrare in Champions League nel 2020 (Juventus-Dinamo Kiev), la prima a partecipare ad un Europeo, come quarto ufficiale, nel 2020.
È stata inclusa nella lista dei 36 arbitri che scenderanno in campo in Qatar in occasione della Coppa del Mondo, insieme alla ruandese Salima Mukansanga e alla giapponese Yoshimi Yamashita.

Nel congratularsi con Maria Sole per lo splendido risultato che sta per conseguire, Meritocrazia Italia auspica che non si tratti di un episodio isolato e che anzi sia l’occasione giusta per aprire definitivamente a un nuovo modo di vivere lo sport. Che Maria Sole possa essere punto di riferimento anche per altre donne con la medesima passione, perché possano credere nella possibilità di vivere le proprie ambizioni e di realizzare le proprie aspirazioni, oltre anacronistici retaggi culturali e senza preclusioni, secondo abilità e competenze.
Siano sempre merito e sacrificio a guidare ogni scelta, soprattutto in un mondo come quello dello sport, fatto di autenticità e vero talento. A premiare siano sempre impegno, determinazione e perseveranza.

Perché quello che oggi si celebra come conquista sia la nuova, stabile, normalità.

Stop war.



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