Processo penale telematico: le proposte di MI per la piena operabilità del sistema giustizia

Processo penale telematico: le proposte di MI per la piena operabilità del sistema giustizia

Avviato è il processo di digitalizzazione della pubblica amministrazione. Coinvolto è anche il sistema giustizia, prima con il processo civile e, dal primo gennaio, anche in quello penale il processo telematico è divento un obbligo per gli operatori del diritto.

Lo prevede il d.m. n. 206/2004, che si inserisce in un contesto di modernizzazione della giustizia, con l’obiettivo di rendere il sistema processuale più rapido, trasparente e accessibile. Il fine è quello di ridurre i ritardi e facilitare l’interazione tra i vari soggetti coinvolti.
Tra i principali interventi: la digitalizzazione delle udienze penali e dunque la previsione che possano essere svolte con modalità telematiche o da remoto; la creazione di un fascicolo processuale telematico così come già accade nel processo civile e il deposito telematico degli atti attraverso piattaforme telematiche quale il Portale Deposito Atti Penali del Ministero della Giustizia.

Oggi però, a distanza di pochi giorni e dopo una cospicua sequenza di sospensioni da parte di numerosi presidenti di tribunali, sono già tante le segnalazioni di malfunzionamento del sistema, tra difficoltà di accesso, obsolescenza dei sistemi e incompatibilità tra software.
Gli applicativi funzionano online e molte reti sono sovraccariche, con rallentamenti e scollegamenti improvvisi. Basti pensare ai piccoli uffici, poco avvezzi a tali sistemi e dove si soffre di scarsa assistenza, soprattutto in presenza, indispensabile per tale tipo di operazioni. Questo rallenta senza dubbio il corso del processo, creando confusione e incertezze nei vari attori coinvolti.

L’incertezza investe anche il profilo normativo.
Nonostante il codice di procedura penale abbia introdotto modifiche per consentire il processo telematico, è ancora in gran parte concepito per una gestione tradizionale. Questo genera una necessaria continua revisione e adattamento delle norme e delle prassi per armonizzare la teoria del diritto con la realtà tecnologica.
È stato inoltre riscontrato un deficit in merito all’autosufficienza e all’esclusività della via digitale. Si pensi al deposito telematico di un documento richiamato nel verbale, ai sensi dell’art. 111 ter, comma 3, c.p.p., ai fini della completezza del fascicolo informatico, che richiede comunque la preventiva acquisizione tramite scansione.

Meritocrazia Italia chiede che
– si intervenga ora sul PPT, al fine di non pregiudicare la credibilità del sistema giustizia, in primo luogo, garantendo una transizione graduale mediante la previsione di un periodo di sperimentazione idoneo ad evidenziare eventuali gap del sistema e risolverli;
– si proceda ad un adeguamento e a un riammodernamento delle infrastrutture tecnologiche, con miglioramento delle piattaforme esistenti per garantirne l’interoperabilità;
– sia assicurata un’adeguata formazione degli operatori del diritto che includa l’uso delle piattaforme, la gestione sicura dei dati e l’interpretazione delle prove digitali;
– sia previsto un adeguato supporto agli utenti in caso di malfunzionamenti o disservizi del sistema, e sia introdotto un sistema di monitoraggio continuo con feedback da parte di tutti gli operatori coinvolti per raccogliere informazioni e migliorare il sistema.

Stop war.



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