S.O.S. LIBRI E DOCUMENTI D’ARCHIVIO

S.O.S. LIBRI E DOCUMENTI D’ARCHIVIO

Rischi da infiltrazioni d’acqua

Libri e documenti di archivio sono testimonianza di civiltà. Patrimonio da tutelare.

A questo proposito, poco si riflette sul problema di emergenze quali inondazioni, alluvioni o anche semplici infiltrazioni in biblioteche e archivi.
Le catastrofi naturali sembrano destinate a divenire più frequenti. E libri e documenti di archivio sono manufatti polimaterici, composti di carta, cartone, tessuto, adesivo, pergamena, cuoio, pelle allumata e, negli esemplari più antichi, legno. Ossia di materiali ‘organici’ derivati per lo più da organismi viventi e particolarmente sensibili alle variazioni del contesto in cui si trovano, in particolare, all’umidità, alla luce e alla temperatura.
L’acqua, sia nella fase liquida (inondazioni e allagamenti) sia in quella gassosa (umidità), può determinare in breve tempo un alto livello di degradazione.
La presenza incontrollata di acqua e umidità negli ambienti di conservazione espone a un rischio biologico e a un rischio chimico. I libri e i documenti d’archivio sono igroscopici e termolabili; se attaccati dall’acqua aumentano il peso e il volume: libri antichi fino all’80% e libri moderni fino al 60%. Il cuoio delle copertine può restringersi e diventare scuro, mentre le carte aumentano di volume. Si aggiungano danni di tipo chimico e biologico: dilavamento di inchiostri e timbri, compattazione delle carte, attacco di microorganismi. Non sono trascurabili i possibili danni di tipo meccanico (la caduta dei volumi dai palchetti).

Nelle «Linee guida per la prevenzione dei rischi e la reazione alle emergenze negli archivi», pubblicate nel 2014, la Direzione generale per gli archivi sottolinea che l’ingresso dell’acqua nei depositi – per gli archivi – è un rischio ricorrente dovuto non solo alle condizioni meteorologiche avverse – quali inondazioni da forti piogge, onde causate da uragani, tifoni e cicloni –, ma anche – nei casi più ricorrenti – a difetti di costruzione e manutenzione delle tubature di carico e scarico dell’acqua negli edifici e alla mancanza di manutenzione delle strutture che ospitano i beni.

Le esondazioni di corsi o bacini d’acqua (fiumi, fiumare, torrenti, laghi e invasi), dovute a piogge intense, hanno una stretta relazione con l’assetto del territorio. In Italia vi sono zone storicamente più esposte a tali calamità e in cui le alluvioni causano disastri gravi e ricorrenti alle persone e ai beni.
Spesso, poi, alle alluvioni si accompagnano frane e smottamenti, delineando quadri di danno gravissimi, soprattutto nelle aree esposte a estesa cementificazione.

Cosa fare in questi casi?

Innanzitutto occorre allertare la Soprintendenza archivistica e bibliografica competente per territorio, o l’Archivio di Stato più vicino e rivolgersi a personale esperto in grado di adottare le misure più opportune.
Nell’immediatezza, una volta superate le primissime fasi dell’emergenza (prime misure per la tutela della sicurezza delle persone e intervento degli organi preposti), occorre agire rapidamente per ridurre il più possibile i danni (i documenti una volta bagnati sono sottoposti a rapido deterioramento e possono sviluppare muffe nell’arco di 48 ore).
Dopo la rimozione dell’acqua che si è depositata nei locali è necessario:
– trasferire il materiale in locali asciutti, freddi e ventilati, prestando la massima attenzione a spostare la documentazione bagnata (se ciò non è possibile, si devono arieggiare e ventilare gli ambienti che ospitano i documenti danneggiate favorendo il più possibile la circolazione dell’aria);
– rallentare l’insorgere delle muffe accendendo l’impianto di condizionamento o utilizzando deumidificatori e ventilatori;
– utilizzare fogli di carta assorbente bianca (o in alternativa rotoli di carta asciugamani) per assorbire l’umidità, facendo attenzione a non strofinare il materiale bagnato;
– tenere separate le carte bagnate da quelle umide.
È consigliabile anche procedere alla rilevazione di alcune informazioni da riferire agli organi dell’Amministrazione bibliotecaria o archivistica competenti, utili per pianificare le attività di recupero della documentazione danneggiata.

Per ridurre il rischio da alluvioni e/o allagamenti di vario tipo e preservare il patrimonio d’archivio, utile sarebbe ripensare i modelli di vivibilità secondo nuove ‘città spugna’, con accortezze intese a conservare l’acqua piovana, da riutilizzare per irrigazione di giardini e aziende agricole, ricaricare falde acquifere impoverite, reintegrare l’acqua utilizzata per servizi igienici, riciclare e riutilizzare ove possibile l’acqua potabile.

Opportuno anche:
– realizzare tetti verdi, coperti da vegetazione capaci di assorbire acqua piovana, ridurre i rischi di inondazione e impedire il sovraccarico degli impianti fognari, neutralizzando l’effetto delle piogge acide e riducendo l’inquinamento;
– investire nella separazione del sistema di raccolta delle acque piovane dal sistema fognario con un rinnovo delle tubazioni e degli impianti di drenaggio e sistemi sotterranei;
– migliorare la manutenzione del sistema fognario: esso deve essere sempre pulito e capace di svolgere il proprio lavoro;
– rendere la pavimentazione urbana permeabile per un drenaggio sostenibile (il cemento non assorbe acqua piovana; è necessario sostituire le superfici impermeabili con materiali permeabili come erba e giardini);
– realizzare nuove golene lungo i fiumi, ossia aree pianeggianti per ridurre i rischi durante i periodi di piena dei fiumi;
– negli edifici, riposizionare le prese elettriche nella parte superiore delle pareti;
– impermeabilizzare gli edifici, in modo da assicurare una maggiore tenuta alle intemperie, con sostituzione dei materiali in MDF e cartongesso con materiali più resistenti;
– migliorare i sistemi di allarme e del monitoraggio, per prevedere le catastrofi naturali con la massima precisione possibile.

Nelle biblioteche e negli archivi è necessario un accurato piano di prevenzione del rischio. La pianificazione delle attività garantisce sia il controllo dei costi sia la qualità dei risultati.
È vero che il rischio non può essere completamente eliminato, ma gli effetti dei disastri possono essere considerevolmente ridotti da una valutazione esaustiva del rischio e dall’applicazione delle misure idonee a scongiurarlo.
L’espressione ‘prevenzione dei disastri’ concerne tanto le misure destinate a prevenire un incidente, quanto quelle destinate a proteggere i fondi dalle conseguenze di un simile evento e a ridurne la portata. L’analisi delle condizioni di rischio è un processo complesso che deve tenere conto di tutti gli elementi, di tipo tecnico, organizzativo, procedurale e comportamentale che concorrono a delineare le possibili interazioni tra la fonte di pericolo e i documenti.



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