TURISMO E LEGALITÀ

TURISMO E LEGALITÀ

Le nuove spinte alla valorizzazione dei territori

Partendo da un’analisi delle dinamiche secondo le quali i diversi territori sono interessati dalle mafie, tante potrebbero essere le soluzioni utili ad aiutare le comunità locali a cambiare rotta e a risollevare le sorti dell’economia locale attraverso uno sviluppo sistemico dell’ospitalità. Anche considerati i pesanti contraccolpi della crisi pandemica, un riscatto sarà possibile soltanto partendo dall’aiuto del pubblico, mediante pratiche trasparenti, incentivi all’innovazione, sistemi di sviluppo locale che coinvolgano tutti gli attori pubblici e strumenti di comunicazione e marketing responsabile idonei a valorizzare la dimensione etica delle attività.

In situazione di assenza di liquidità, incertezza nel futuro e difficoltà dovute ai costi per dipendenti e collaboratori, la crisi contribuisce a creare condizioni favorevoli all’attecchire di comportamenti illegali delle imprese, anche in territori che non si caratterizzano per un forte radicamento delle organizzazioni criminali.
Maggiormente esposte al rischio sono le imprese di più piccole dimensioni, per le quali è meno agevole l’accesso al credito. È facile che si apra la ricerca di finanziatori alternativi a banche e istituti di credito; seguono richieste usurarie e pericolosi ‘scambi di favore’.

Secondo i dati Istat, quello turistico è il secondo settore più appetibile per le mafie dopo quello edilizio, in quanto in esso coesistono ottimi canali di riciclaggio, basso rischio di impresa per ridotte capacità innovative e, almeno prima del Covid-19, buon indice di reddittività del capitale investito.
Una recente ricerca realizzata da ‘Demoskopika’, che ha stimato l’attività di welfare criminale delle mafie sul comparto turistico, ha fatto emergere che il giro di affari della criminalità organizzata italiana derivante dall’infiltrazione nell’economia legale del settore turistico italiano è pari a 2,2 miliardi di euro, di cui il 38% concentrato nelle realtà del Mezzogiorno. Secondo lo studio, sono sei i sistemi turistici regionali a presentare i rischi più elevati di infiltrazione criminale nel tessuto economico: Campania, Sicilia, Lazio, Calabria, Lombardia e Puglia.
Laddove, poi, il settore turistico si presenta gestito dagli apparati pubblici, i gruppi di illegalità hanno maggiore interesse a tessere rapporti privilegiati con enti, operatori ed enti pubblici, minando l’equilibrio delle relazioni sociali e della vita pubblica e associativa e riuscendo a piegare alle loro esigenze intere comunità locali, che diventano complici con azioni di illegalità diffusa (gestione del nero, sfruttamento del lavoro, mancato versamento delle tasse, abusivismo edilizio, anche in condizioni non sicure che generano impatti ambientali come frane, inondazioni o catastrofi paesaggistiche, etc.).

Oggi che i turisti sono sempre più attenti alla sicurezza e alla sostenibilità sociale e ambientale, oltre che al prezzo, per i territori esiste una opportunità di riscatto.
Le comunità locali, che in un passato prossimo vivevano il turismo come una fonte di disturbo, si sentono maggiormente coinvolte, anche grazie a un’opera sinergica con altri settori come l’artigianato, l’agricoltura e l’ambito culturale in tutte le sue forme. Sono le c.dd. ‘monoculture turistiche’ a generare forme di turismo come quello sessuale, della droga o d’altra forma di trasgressione, consolidando i livelli di criminalità a discapito della reputazione e della vivibilità delle aree.

I territori hanno bisogno di affermare la legalità tramite il ripristino di un’economia pulita, per una concreta valorizzazione territoriale ed un utile rebranding.

Per questo è necessaria un’azione politica nazionale e locale che incentivi:

– la partecipazione delle comunità locali alla creazione di spazi di collaborazione per lo sviluppo turistico e per attività di controllo e vigilanza (ad esempio, attraverso gli appalti trasparenti e sostenibili);
– la consapevolezza che le pratiche di overtourism possono danneggiare il tessuto socio-culturale, e che quindi è necessario organizzarsi, pianificare e contrastare le urbanizzazioni insostenibili, da un lato per tutelare i tratti identitari e distintivi del luogo, dall’altro per mantenersi alla larga da interessi mafiosi;
– l’innovazione turistica, con pp.aa. capaci di farsi promotrici di progetti che coinvolgono il turismo, le scuole, le realtà culturali, le associazioni e l’intera popolazione ospitante, per un coordinamento tra settori rilevanti e la valorizzazione delle diverse identità (facilitandone la collaborazione per una ospitalità diffusa e competitiva capace di contrastare i monopolismi);
– la formazione ed educazione al turismo sostenibile e responsabile, in modo da trattare i vari argomenti relativi alla imprenditorialità, al diritto urbanistico, alle condizioni contrattuali, alle normative sull’economia sommersa;
– la capacità di comunicazione degli attori territoriali, che sappiano raccontare l’impegno alla legalità, alla sostenibilità e al benessere, al fine di migliorare la percezione del valore aggiunto del territorio e dei suoi attori.



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