
Contro i composti chimici artificiali, MI propone interventi immediati
È allarme per gli effetti della diffusione di sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate (PFAS), una famiglia di oltre 4.700 composti chimici artificiali che si accumulano nel tempo, contaminando l’ambiente e la catena alimentare.
Utilizzati sin dagli anni Cinquanta per rendere impermeabili e resistenti a grassi e acqua tessuti, carta e contenitori alimentari, i PFAS si sono diffusi ovunque, dalle pellicole fotografiche alle schiume antincendio, dai detergenti domestici ai rivestimenti antiaderenti delle pentole. La loro persistenza nell’ambiente, dovuta alla loro struttura chimica, li rende particolarmente insidiosi: non si degradano facilmente e possono contaminare suolo, aria e, soprattutto, acqua potabile.
L’esposizione ai PFAS rappresenta un rischio per la salute umana.
Studi scientifici hanno evidenziato possibili correlazioni tra l’esposizione a queste sostanze e diverse patologie, tra cui problemi al sistema immunitario, alterazioni ormonali e alcuni tipi di cancro. Particolarmente vulnerabili sono i bambini e le donne in gravidanza.
Mentre è essenziale prevenire l’ingestione di PFAS, cosa possiamo fare se questi composti sono già entrati nel nostro organismo?
Il corpo umano può espellere naturalmente i PFAS, anche se ciò richiede tempo. Bere acqua depurata con sistemi a carboni attivi e osmosi inversa e seguire una dieta equilibrata possono aiutare a velocizzare l’eliminazione di queste sostanze. È importante però consultare un medico o un nutrizionista per ricevere consigli personalizzati.
Ma la lotta contro l’inquinamento da PFAS richiede un impegno collettivo. I Governi devono adottare normative più stringenti per limitarne l’uso, le industrie devono investire in alternative più sicure e i cittadini devono essere consapevoli dei rischi e adottare comportamenti responsabili.
Meritocrazia Italia richiede interventi immediati. In particolare, occorre:
– allinearsi agli standard internazionali, introducendo limiti più restrittivi per la presenza di PFAS nell’ambiente e negli alimenti;
– adottare misure immediate per ridurre il rischio derivante dal consumo di prodotti provenienti da aree contaminate nelle varie Regioni italiane;
– effettuare screening e monitoraggi su tutti i tipi di PFAS, includendo diverse matrici agroalimentari;
– avviare un percorso progressivo verso l’eliminazione dei PFAS dai prodotti di consumo, sostenendo la revisione del Regolamento REACH a livello europeo;
– adottare normative per la diminuzione di immissioni di PFAS e per la loro sostituzione con sostanze certificate sicure;
– definire protocolli chiari per il monitoraggio dei PFAS, inclusi i limiti di rilevazione e la frequenza dei campionamenti;
– introdurre limiti vincolanti per i PFAS nell’acqua potabile, in linea con le raccomandazioni dell’EFSA;
– avviare interventi di bonifica, applicando il principio “chi inquina paga”.
Stop war.