
Il ministro Bernini garantisca la qualità della formazione dei nostri futuri medici
L’Università ha un ruolo decisivo per innovazione, crescita economica del Paese e occupazione.
Eppure l’Italia investe solo il 4,2% del pil in istruzione, meno della media OCSE (5,1%) e di altri Paesi europei come Svezia e Danimarca (oltre 6%).
Nel settore medico, poi, una formazione non adeguata è alla base di rischi per pazienti e professionisti, con costi crescenti per il sistema sanitario.
L’errata pianificazione del fabbisogno di medici e il numero troppo basso di laureati negli anni scorsi non hanno garantito il corretto turn over dei medici dipendenti e convenzionati con il SSN, ma l’attuale contingente carenza di medici e personale sanitario non può giustificare l’abbassamento di rigorosi standard formativi per i nostri Medici.
Meritocrazia Italia evidenzia il pericolo che la necessità di formare un numero di professionisti ingente nel più breve tempo possibile si traduca in percorsi formativi semplificati non in grado di garantire ai laureati il bagaglio culturale necessario ad affrontare una delle professioni più complesse e delicate.
A tal fine, Meritocrazia Italia invita il Ministero dell’Università a:
– escludere la possibilità di frequentare corsi e sostenere esami interamente online per le facoltà di medicina e chirurgia;
– aggiornare costantemente i corsi di studio alle ultime novità scientifiche e tecnologiche;
– adottare valutazioni trasparenti e meritocratiche ai test come agli esami di valutazione, uniformandoli per tutti gli Atenei italiani;
– prevedere meccanismi di monitoraggio continuo, per verificare oggettivamente programmi e risultati.
Il calo della qualità formativa è un rischio che deve essere scongiurato. Sebbene i controlli e gli investimenti iniziali potrebbero essere onerosi, i benefici a lungo termine per formazione e sicurezza sanitaria giustificherebbero pienamente gli sforzi.
Stop war.