Lavoro e merito come garanzia di futuro ai giovani: Meritocrazia Italia propone azioni mirate

Lavoro e merito come garanzia di futuro ai giovani: Meritocrazia Italia propone azioni mirate

Il lavoro rappresenta non solo una fonte di reddito, ma anche uno degli strumenti principali attraverso cui una persona realizza se stessa. Per i giovani, il primo impiego è spesso il passaggio decisivo verso l’autonomia e la costruzione del proprio futuro.
Tuttavia in molti Paesi, tra cui l’Italia, il percorso verso il mondo del lavoro è reso complesso da ostacoli strutturali, disuguaglianze e meccanismi poco meritocratici. In questo contesto diventa fondamentale riflettere su come valorizzare il merito onde costruire reali opportunità occupazionali per le nuove generazioni.
Il principio del merito si fonda sull’idea che impegno, competenze e risultati debbano essere riconosciuti e premiati, anche grazie a un buon orientamento professionale non solo informativo ma trasformativo, aiutando gli studenti e i giovani a conoscere meglio se stessi, comprendere il mercato del lavoro e sviluppare le competenze richieste dalle professioni emergenti. Spesso i ragazzi non hanno piena consapevolezza delle proprie potenzialità o ignorano le possibilità che il mondo del lavoro offre. Attraverso test attitudinali, consulenze personalizzate e incontri con esperti, le scuole possono fornire gli strumenti necessari per trasformare dubbi e paure in scelte solide e consapevoli.

Per valorizzare il merito e costruire opportunità concrete per i giovani servono azioni mirate. Meritocrazia Italia chiede di
– investire maggiormente nell’istruzione pubblica per garantire pari accesso a tutti. In Italia la spesa pubblica per l’istruzione è, in generale, sotto gli standard raccomandati dalle organizzazioni internazionali. Bisogna da subito reperire molte più risorse, destinate spesso ad altri campi secondari rispetto a quello scolastico, per potenziare le strutture e migliorare non solo il numero ma anche la formazione del personale in generale, spesso poco incline ai cambiamenti e alle novità;
– favorire percorsi di orientamento e stage di qualità che permettano di entrare in contatto con il mondo del lavoro. Spesso, nelle scuole, vengono proposti corsi e stage del tutto inutili e incompatibili con gli studi pregressi. Investire anche in questo campo è fondamentale, bisogna sì guidare gli studenti verso percorsi “multidisciplinari” e a tutto campo, ma in modo centrato;
– premiare l’impegno e l’innovazione con incentivi, borse di studio e percorsi accelerati. Fino a qualche anno fa i ragazzi venivano premiati in denaro per il massimo dei voti alla maturità. Bisognerebbe in primis eliminare, o quantomeno depotenziare, il vincolo Isee familiare: chi studia bene, merita a prescindere dalle sue possibilità economiche. A maggior ragione chi fa ricerca – non per caso tanti cervelli fuggono dove le risorse non mancano o sono assegnate in modo trasparente. Fondamentale investire di più ma soprattutto controllare come tali risorse vengano gestite;
– supportare le start-up giovanili e l’imprenditorialità. Lo stato dovrebbe semplificare tutto l’iter burocratico dietro la nascita di qualsiasi azienda, in primis le queste start up innovative. In aggiunta, si dovrebbe sempre di più puntare verso i finanziamenti agevolati e le detrazioni sull’Irpef.

Lavoro e merito sono due pilastri fondamentali per garantire un futuro ai giovani. Ma il merito non è mai un punto di arrivo, bensì un punto di partenza: deve esistere solo se tutti hanno le stesse possibilità di dimostrarlo. Costruire un sistema in cui il talento e l’impegno siano davvero riconosciuti significa non solo creare opportunità individuali, ma anche contribuire al progresso dell’intera società.

Stop war.



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