PER LA TUTELA DELLE RISORSE IDRICHE, UNA REALE EDUCAZIONE AL RISPETTO

PER LA TUTELA DELLE RISORSE IDRICHE, UNA REALE EDUCAZIONE AL RISPETTO

Tassello di un puzzle

L’acqua è una risorsa fondamentale.
Rappresenta il composto maggiormente presente sulla superficie terrestre e il maggior costituente degli esseri umani. Risulta insostituibile al fine di garantire non solo la sopravvivenza dell’uomo, ma anche un’innumerevole varietà di attività umane (fra queste, l’agricoltura, l’allevamento, diversi settori industriali, turismo, produzione energetica, ecc.).

Va da sé che assicurare un congruo approvvigionamento è fondamentale tanto quanto garantire la sicurezza e la qualità delle risorse idriche stesse.

Pertanto, diffondere una cultura del rispetto e della valorizzazione dell’acqua, per sua definizione limitata, è di capitale importanza. Attività formative in questo ambito devono interessare il percorso di crescita sin dalla scuola dell’infanzia e investire ad vitam l’educazione del cittadino.

Oltre alla cultura diffusa, è assolutamente necessario stimolare e finanziare le attività di studio e di ricerca nei diversi ambiti interessati (tecnico-progettuale, idrogeologico, sanitario, ecc.) nonché la strutturazione di percorsi di studio mirati alla qualificazione di specifiche professionalità o competenze sia nella formazione secondaria, che post secondaria.
La valorizzazione delle risorse idriche, anche da un punto di vista ludico-ricreativo, estetico e museale dovrebbe essere valutata e implementata a livello scolastico, anche nel quadro di una maggiore apertura delle scuole ai contesti urbani e territoriali ove esse operano.

A tale fine, tra le possibili proposte:

– prevedere lo studio di argomenti relativi alla valorizzazione e tutela delle risorse idriche nei programmi didattici di tutti gli ordini e gradi di istruzione (specialmente infanzia e primaria), anche con la progettazione di attività esperienziali e laboratoriali specifiche;
– rivedere e potenziare i percorsi formativi del settore ‘chimica, materiali e biotecnologie’, con particolare riferimento all’articolazione ‘biotecnologie ambientali’, dando maggiore spazio alla tutela e valorizzazione delle risorse idriche, implementando le adeguate e specifiche dotazioni laboratoriali necessarie;
– attivare percorsi di studio, anche nell’ambito della formazione Tecnica Superiore (ITS), per formare operatori che possano operare nell’ambito della tutela, sicurezza e valorizzazione delle risorse idriche nei vari ambiti (tecnico-progettuale, idrogeologico, medico-sanitario, formativo);
– progettare e implementare un piano di valorizzazione delle risorse idriche nell’edilizia scolastica, non solo a livello della mera sicurezza impiantistica, ma anche da un punto di vista didattico e ludico-ricreativo. Possibili e importanti applicazioni possono trovarsi in ambito sportivo (piscine), di miglioramento estetico (fontane e giochi d’acqua), laboratoriale (principalmente in istituti tecnici dei settori ‘Chimica, materiali e biotecnologie’ e ‘Costruzioni, ambiente e territorio’) e delle aziende agrarie, nonché della realizzazione di orti didattici per i gradi inferiori di istruzione; il tutto in una cornice di maggiore apertura delle scuole al contesto urbano, territoriale e sociale.

L’educazione alla razionale utilizzazione delle risorse naturali dovrebbe porsi, tuttavia, come tassello di un’opera più complessa volta anche al superamento delle evidenti iniquità, a livello territoriale, nella distribuzione dei servizi di erogazione dell’acqua, del c.d. Water Service Divide, e di maggiore impegno nel recupero del valore etico nella regolamentazione di rifiuti e acque.
Per questo, la predisposizione di nuovi percorsi formativi dovrebbe riguardare anche la politica, per la preparazione di una classe dirigente virtuosa e attenta ai bisogni insopprimibili dell’uomo.



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