Povertà in Italia

Povertà in Italia

Cause e rimedi

L’Istat informa che nel 2021, in Italia, vivevano in condizione di povertà assoluta poco più di 1,9 milioni di famiglie (il 7,5% del totale, dal 7,7% nel 2020) e circa 5,6 milioni di individui (il 9,4% come l’anno precedente). Si confermano insomma i massimi storici toccati nel 2020, anno d’inizio della pandemia.
Per la povertà relativa, l’incidenza sale all’11,1% (dal 10,1% del 2020) e le famiglie sotto la soglia sono circa 2,9 milioni (2,6 milioni nel 2020).

Il problema vero, che dovrebbe fare riflettere, non è (sol)tanto l’enorme numero di italiani che versano in povertà quanto le diverse cause che generano tali condizioni a carico delle famiglie.
La prima causa di povertà è data, infatti, da perdita del posto di lavoro e disoccupazione. L’occupazione precaria crea disuguaglianze economiche tra le persone che guadagnano poco o non guadagnano affatto rispetto a quelle che guadagnano molto e coloro che possiedono grandi ricchezze. Una diseguaglianza tra le più marcate nell’Unione europea.

Per di più, a salari più bassi della media europea in Italia si associano costi più elevati della vita, in particolare delle abitazioni, dell’energia e dei trasporti, che pesano significativamente sulle famiglie con redditi bassi.
Banalmente, se una persona è costretta a usare l’automobile per recarsi al lavoro, questo può incidere per oltre il 10% sul reddito netto percepito.
Malgrado si parli tanto di Stato sociale e assistenziale, in Italia l’assistenza sociale è costosa per le casse dello Stato, ma insufficiente per quanto riguarda i servizi quali trasporti pubblici, asili nido, assistenza sanitaria resi ai cittadini. Servizi che risultano essere spesso inaccessibili oppure non sufficienti per aiutare le persone con basso reddito o in difficoltà finanziarie. Così, anche la nascita di un figlio può rappresentare una causa di aumento della povertà per una famiglia.

Occorrono azioni di sistema per affrontare il problema della povertà, non con contributi e sussidi ma intervenendo sulle cause che generano le condizioni di povertà.
Per prima cosa, è essenziale lavorare a un livellamento qualitativo dei servizi rispetto agli standard europei. Per questo, va anzitutto compreso come mai, a fronte dei medesimi investimenti effettuati per erogare i servizi ai cittadini, questi risultano essere inferiori ai servizi disponibili in altri Paesi europei. Devono essere messe in luce le inefficienze nella spesa, per comprendere quali i migliori correttivi.
Utile sarebbe anche il coinvolgimento degli ispettorati del lavoro nel monitoraggio dei livelli retributivi, dell’inquadramento contrattuale e delle prestazioni rese dai lavoratori per stabilire quali correzioni da apportare. È apprezzabile la decisione di incidere sul cuneo fiscale per garantire un incremento del reddito netto dei lavoratori a basso reddito.
Come terza azione, devono garantirsi alloggi a prezzi calmierati specialmente nelle grandi città del Paese, riprendendo ad investire sulle abitazioni sociali, come si fa in tutti i Paesi europei.
Infine, serve un maggiore controllo sui prezzi e sul costo della vita, perché un pensionato può migliorare il suo tenore di vita con un aumento della pensione oppure, se questo non è possibile, con la riduzione del costo della vita (spese mediche,…).



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