TURISMO (PIÙ) RESPONSABILE

TURISMO (PIÙ) RESPONSABILE

Verso una sostenibilità consapevole

Quello della sostenibilità è un tema di grande attualità in tutti i settori economici, non ultimo quello turistico.

Sono numerose le sfide che il turismo sarà chiamato ad affrontare nei decenni a venire. Tutte le proiezioni (pre Covid) riguardanti i flussi turistici confluivano in prospettive di crescita e miglioramento, soprattutto nei flussi provenienti da Paesi emergenti, in primis la Cina, oggi in piena ripresa economica.

Se non gestite bene, le problematiche associate al fenomeno dell’overtourism sono destinate ad acuirsi. Sono tanti gli atteggiamenti che minacciano uno sviluppo sostenibile, compatibile con le esigenze di tutela dell’ambiente e di mantenere il livello di qualità della vita dei residenti e dell’esperienza dei turisti.

Tra questi sicuramente i fenomeni delle c.dd. “city-break” e delle gite fuori porta, delle visite a città d’arte spesso concentrate in un fine settimana o persino in una stessa giornata.

L’escursionismo, il c.d. turismo “mordi e fuggi”, è una delle tendenze che più contribuisce all’accrescere delle problematiche legate all’overtourism: i benefici economici che ne derivano spesso non bastano a bilanciare gli effetti negativi della pressione turistica sul territorio e i suoi residenti.

Anche il trend della ricerca dell’autenticità dei luoghi, nonostante abbia spinto numerosi turisti a visitare zone residenziali meno battute rispetto ai centri storici, alla lunga può trasformare le zone stesse in aree turistiche che non posseggono più l’autenticità tanto ricercata.

Nella situazione appena descritta, un ruolo importante è affidato alle strutture di accoglienza e agli Enti turistici, che devono impegnarsi per contribuire concretamente alla promozione del turismo sostenibile.

Recentemente sono nati tour operator, enti e strutture con questo obiettivo, ma fino ad ora non è mai esistito uno standard comune che potesse certificare una più o meno concreta attenzione alla sostenibilità a discapito dell’interesse puramente economico.

Il sistema fortunatamente è cambiato.

L’organizzazione per la normazione ISO ha proposto un nuovo standard specifico per il settore turistico: si tratta della norma ISO 21401, Turismo e servizi correlati – Sistema di gestione della sostenibilità per strutture ricettive.

La norma identifica i requisiti ambientali, sociali ed economici per la gestione del comparto sostenibilità che gli enti turistici devono adottare per ottenere la certificazione.

In particolare, verte sul rispetto dei diritti umani, della salute e della sicurezza di dipendenti e ospiti, sulla tutela dell’ambiente, sui consumi energetici e idrici, sulla produzione e gestione dei rifiuti e sul contributo allo sviluppo di economie locali.

La normativa è rivolta a tutte le strutture ricettive, indipendentemente da tipologia di servizio, ubicazione o dimensione, in modo che vengano applicate, mantenute e migliorate pratiche realmente sostenibili.

Più nello specifico, per quanto riguarda l’Italia, la normativa in materia è entrata in vigore con la pubblicazione in GU del decreto legislativo del 23 febbraio 2018 relativo ad armonizzazione e razionalizzazione della normativa sui controlli in materia di produzione agricola e agroalimentare biologica.

La situazione attuale nel Paese è la seguente.

Il turismo bio/sostenibile cresce all’83% (dato Fondazione Univerde, settembre 2020).

I numeri fotografano un contesto presente e futuro nel quale il tema della sostenibilità sullo sviluppo del turismo sarà molto importante: dalle emissioni inquinanti associabili al trasporto, alle problematiche relative alla produzione e gestione dei rifiuti; dall’uso intensivo di risorse naturali, all’utilizzo di prodotti a rilevante impatto ambientale; dal trattamento delle acque, alla individuazione e gestione delle fonti di inquinamento; dalla lotta ai cambiamenti climatici anche nel settore turistico, alla loro mitigazione e adattamento.

Sono tutti indicatori dei quali bisognerà tener conto nell’individuazione di strategie volte a sensibilizzare compagnie, tour operator, amministrazioni e viaggiatori per lo sviluppo di un turismo sostenibile.

Per comprendere la reale entità del problema basta fare alcuni esempi. L’andamento stagionale delle presenze turistiche sottopone i territori a picchi di pressione che spesso mettono in difficoltà due aspetti di diretta competenza delle amministrazioni locali: la mobilità locale e la gestione dei rifiuti. Anche la qualità delle acque dei comuni costieri, e pertanto, quella di balneazione, risentono notevolmente dell’apporto dei carichi inquinanti e trofici da parte dei corpi idrici che sfociano nel territorio di pertinenza.

Trasformare rischi in opportunità diventa di primaria importanza per le amministrazioni, impegnate su più fronti. La gestione e lo sviluppo di un sistema di mobilità sostenibile diventano strumenti per innalzare l’attrattività per gli ospiti e la vivibilità per i residenti, mentre le politiche di riduzione dei rifiuti e della plastica, non solo si ripercuotono positivamente sul territorio ma garantiscono un’immagine al turista di avanguardia nella gestione di temi globali.

Grazie alle potenzialità offerte dall’innovazione digitale e tecnologica e della mobilità elettrica si possono creare nuovi servizi di trasporto, a basso impatto ambientale, orientati anche al soddisfacimento della domanda turistica, attraverso lo sviluppo di sistemi di micro-mobilità all’interno delle destinazioni.

La riduzione della produzione dei rifiuti di plastica, l’eliminazione di questi dal litorale e la creazione di un percorso virtuoso per l’ottimizzazione del servizio di raccolta e gestione dei Rifiuti Solidi Urbani, nei territori con elevata pressione turistica, appaiono strategie indispensabili per mantenere elevato il livello del servizio turistico.

L’estate appena trascorsa potrebbe essere definita di prossimità, contro assembramenti e stress. Gli esperti di flussi turistici lo definiscono “inedito protagonismo dei centri minori”. Una dinamica spinta dagli effetti della pandemia che ha portato ad una valorizzazione del turismo “a portata di mano”.

Due italiani su tre (66%) riscoprono i borghi durante l’estate 2020. Alla scoperta di prodotti e tradizioni meno conosciuti. Ma anche per sfuggire al rischio del sovraffollamento nelle spiagge e nelle località turistiche più battute, di fronte all’emergenza coronavirus.

Il Covid-19 ha obbligato tanti ad abbracciare questa tendenza.

Decidendo di passare le vacanze vicino casa, e optando per treni e autobus, si è contribuito attivamente a diminuire le emissioni e l’inquinamento.

La recente fase emergenziale ha riportato l’attenzione sull’impatto ambientale delle scelte di condotta.

Per il 2021, si prospetta una lenta ripresa per il classico turismo definito outgoing. Anche per il comparto bio/sostenibile le previsioni sono nel verso di una crescita probabilmente a doppia cifra.

È fondamentale evitare che questo particolare settore si connoti per il turismo di massa, che porterebbe a sminuire la sua vera essenza, anche con interventi normativi mirati ad aiutare strutture e operatori a non perdere di vista le prospettive di rivoluzione green e valorizzazione del territorio.

In tale ottica, è doveroso adottare misure idonee a tutelare il paesaggio e la biodiversità e congegnate in relazione alle caratteristiche ed alle specificità  dei singoli territori di riferimento, e finalizzate a mantenere e/o reintrodurre gli elementi naturali caratteristici e gli agro-sistemi tipici.

Di qui la necessità di incentivare la gestione ecologica delle strutture ricettive, nonché di ridisegnare gli spazi, urbani ed extraurbani, introducendo e/o incrementando le aree di verde ornamentale e ricreativo (giardini, parchi, tappeti erbosi, siepi…), in accordo ai criteri definiti secondo i parametri dell’agricoltura biologica così come fissati nel Reg. UE 834/2007.

Questo porterebbe non solo a valorizzare i prodotti locali o a KM0, offrendo una ristorazione con prevalenza di prodotti da agricoltura biologica, ma soprattutto a maturare un nuovo stile di vita ambientale e sociale ed un modo diverso di pensare al viaggio.

Di GERARDO MAURIELLO



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