UNA SCUOLA NUOVA

UNA SCUOLA NUOVA

Apprendimento ed esperienza di coesione sociale

“Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme un successo” (Henry Ford)

Per definire il concetto di coesione sociale come elemento ordinatore della società, Emile Durkheim puntava sull’interdipendenza tra i suoi componenti sulla base della lealtà e della solidarietà. Per il padre della sociologia, il fenomeno della coesione era strettamente correlato alla forza delle relazioni, facilitata dalla condivisione di valori, dalla percezione di una identità comune e dal senso di appartenenza ad una stessa comunità.

Anni dopo, nel 1998, il Consiglio Europeo dava vita a un Comitato per la Coesione Sociale (CDCS), che varava nel 2001 la Strategia che ancora oggi impegna i 46 Stati aderenti a un programma di lavoro impegnativo.

In Italia, il 31 marzo del 2004, il Consiglio dei Ministri ha approvato la versione aggiornata della Strategia del Consiglio d’Europa, meglio definendo le linee di lavoro future: la coesione sociale «è la capacità di una società di assicurare il benessere (welfare) di tutti i suoi membri, riducendo le differenze ed evitando le polarizzazioni. Una società basata sulla coesione è una comunità di sostegno reciproco di individui liberi che perseguono obiettivi comuni dai significati democratici».

In questa direzione, formazione ed educazione si rivelano fondamentali per promuovere lo sviluppo socio-economico-culturale e personale del Paese. La Scuola non è soltanto luogo di istruzione e formazione, ma anche strumento di cultura, crescita e inclusione sociale.
Per questo occorre che la Scuola si riappropri della funzione sociale e istituzionale che le spetta e che sembra aver smarrito. La coesione sociale passa necessariamente per le aule, pur senza deresponsabilizzazione delle famiglie nella promozione dei valori fondamentali.

Accogliendo il pensiero di Bertrand Russel sull’educazione come tramite per infondere l’idea che l’umanità sia una sola famiglia con interessi comuni e che di conseguenza la collaborazione sia più importante della competizione, e premesso che non può esserci coesione senza rispetto per l’altro e accoglienza della diversità, la Scuola come microcosmo e come piccola comunità può essere uno strumento efficace dove sperimentare e far crescere rapporti sociali solidi. In sintesi, educare è considerare simultaneamente le realtà sociali e personali che sono alla base di una società in cui le diverse identità si incrociano, non perdono la propria specificità ma si arricchiscono dell’altro.

La coesione sociale è continua ricerca di equilibri sempre nuovi, che devono tenere conto delle disparità socio-economiche aggravatesi anche a causa della pandemia, delle diversità culturali e di identità.

Due sono le modalità di azione efficace:

la Scuola è strumento di apprendimento alla coesione;
per questo occorre un uso sistematico di pratiche didattiche quali apprendimento cooperativo e collaborativo (per imparare a perseguire obiettivi comuni), peer to peer (per sviluppare la capacità di condividere e trasmettere il proprio sapere), debate (per divenire capaci di discutere con garbo rispettando le posizioni degli altri senza necessariamente cambiare le proprie);

la Scuola è luogo di esperienza di coesione;
per questo occorre
i) formare e sostenere i docenti perché possano essere strumento di collegamento tra la scuola e il mondo esterno, e siano in grado di affrontare la complessità delle sfide che la società pone;
ii) inserire o collegare stabilmente all’interno della scuola figure professionali in grado di intervenire in maniera appropriata sulle varie forme disagio;
iii) creare forme di collaborazione in rete tra la scuola e le figure professionali che agiscono sul territorio per interpretare in modo adeguato i diversi valori e le diverse storie, in modo da generare una rinegoziazione dei legami sociali, e il corretto equilibrio tra i diritti dell’uomo e i doveri che ciascuna persona ha verso il prossimo;
iv) sviluppare il collegamento tra scuola e altri partner del territorio coinvolti nel processo educativo e di apprendimento dei giovani, in collaborazione con il terzo settore, le istituzioni locali e socio-sanitarie;
v) sostenere lo sviluppo di una cultura delle pari opportunità e del rispetto dell’altro;
vi) approfondire, valorizzare e sostenere lo sviluppo di buone prassi e iniziative sperimentali che sostengano l’importanza della coesione sociale come fattore di inclusione, integrazione e sicurezza.

Durkheim, ricorre all’esempio della «durezza del bronzo» per spiegare che l’azione sociale non equivale alle singole azioni dei componenti della società, come la durezza non corrisponde alle caratteristiche dei componenti rame, stagno e piombo ma «si trova nella loro mescolanza».



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